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Rapinato e accoltellato. Torrita, grave kebabbaro. E’ in prognosi riservata: "C’era tanto sangue"

Il colpo è accaduto mercoledì poco dopo le 20.30 in via Mazzini. Il commerciante che l’ha soccorso: "Ferito all’addome, a mani e volto".

Il kebab in via Mazzini teatro della rapina finita nel sangue: negozio sigillato dai carabinieri

Il kebab in via Mazzini teatro della rapina finita nel sangue: negozio sigillato dai carabinieri

di Laura ValdesiSIENA"Un fatto grave, c’era tanto sangue. Spero che trovino presto chi è stato", dice il negoziante che ha l’attività proprio accanto alla pizzeria-kebab dove una rapina è finita con l’accoltellamento del dipendente pakistano di 43 anni. Sarebbe stato raggiunto da vari fendenti e si trova ricoverato in prognosi riservata alle Scotte, ma non è in pericolo di vita. I carabinieri della compagnia di Montepulciano stanno dando la caccia agli autori dell’aggressione, avvenuta in via Mazzini a Torrita. Rischiano l’accusa di tentato omicidio. "Mi dispiace molto", si limita a dire il sindaco Giacomo Grazi che non conosceva il kebabbaro e non è mai entrato nel suo negozio. L’attività era riuscita ad ingranare, raccontano in paese. Frequentata non solo da clienti stranieri ma anche da numerosi residenti che andavano nel punto vendita soprattutto per la pizza.

"Per Torrita una vicenda gravissima, un fatto di sangue con l’uso del coltello. Non è consueto in Valdichiana", sottolinea A.A., il negoziante subito intervenuto per attivare i soccorsi che è anche proprietario del fondo dove si trova la pizzeria-kebab. "Ho chiuso la mia attività intorno alle 20, l’aggressione è accaduta dopo le 20.30. Non ho visto niente però mi ha telefonato il fratello, che ha un kebab a Castiglione del Lago, dicendomi di chiamare l’ambulanza e di scendere giù. Ad avvertirlo era stato proprio il ferito", ricostruisce A.A. che ha già raccontato l’accaduto ai carabinieri. E’ corso in strada, abita a due passi, soccorrendo il pakistano. "Era già seduto dentro il locale, poi si è sdraiato sulle poltroncine. C’era tantissimo sangue in terra. Lo aveva sul volto e anche sulle mani, forse ha provato a parare i colpi. Era stato ferito nella zona dell’addome. Non se lo meritava questo", esclama dispiaciuto il commerciante. Che lo descrive come una persona seria, precisa e affidabile. Teneva pulito il locale e pagava regolarmente bollette e dovuto. Non parlando molto bene l’italiano, ogni tanto il proprietario del fondo lo aiutava leggendo i documenti. "Mi ha fatto stare male vederlo così. Un lavoratore che per una decina di anni è stato in Grecia rimboccandosi le maniche, ora in Italia. Spero che la giustizia faccia presto il suo corso. Se riaprirà il kebab? Non so nulla", spiega A.A. "Avevo chiuso il bar alle 20, non ho visto cosa è accaduto. Mi dispiace molto un brav’uomo. Veniva a prendere il cappuccino e quando nel febbraio scorso ho aperto l’attività – dice Giuseppe Li Vigni, titolare del ’Senso Unico’ che si trova di fronte al kebab – mi ha portato in regalo un’enorme pizza".

L’aggressione è avvenuta dopo le 20.30 visto che l’attivazione del 118 è di qualche minuto prima delle 21. I carabinieri stanno cercando di ricostruire con l’aiuto delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona com’è avvenuta la rapina. Da una prima valutazione sembra che il pakistano fosse solo nel negozio quando una o più persone hanno cercato di prendere i soldi della cassa. Lui si sarebbe opposto venendo accoltellato ripetutamente. O erano dei clienti entrati in azione dopo aver mangiato? L’inchiesta è in corso, i carabinieri ieri pomeriggio sono tornati nel negozio che era stato chiuso con nastro adesivo dell’Arma per accertamenti e rilievi, già svolti ieri fino a tarda notte. Determinante sarà però il racconto del kebabbaro, inizialmente uscito in strada per cercare aiuto in stato di choc. Potrà descrivere la dinamica dell’aggressione. E raccontare se conosceva chi l’ha ferito e rapinato con tanta brutalità. Il suo sogno era portare in Italia la moglie, ora in Pakistan, se l’attività fosse continuata ad andare bene.