di Laura Valdesi
SIENA
Il cerchio si è praticamente chiuso: il secondo minorenne, inizialmente irreperibile, destinatario di una misura cautelare, è stato accompagnato ieri mattina dalla polizia nell’istituto di pena minorile di Firenze per le rapine agli Orti del Tolomei del 7 luglio scorso.
"E’ irreperibile", aveva annunciato mercoledì la squadra mobile che invece aveva già eseguito, martedì mattina, la misura cautelare nei confronti di un amico del giovanissimo, per le stesse ragioni. In realtà il ragazzino si trovava all’estero, in un Paese comunitario, insieme al padre che qui ha trovato lavoro. Quando la notizia si è diffusa non c’è voluto molto per farlo rientrare a Siena, dove viveva con la famiglia in un paese della nostra provincia. E ieri mattina, insieme alla madre, si è presentato nello studio dell’avvocato Filomena D’Amora che lo assiste. Era già stato concordato con la questura che il giovane si sarebbe consegnato agli agenti, giunti infatti nell’ufficio per poi accompagnarlo nel carcere minorile fiorentino. Il ragazzino, tra l’altro, qualche settimana fa era stato raggiunto da un divieto di frequentare alcuni ambienti di Siena, emesso dal questore Ugo Angeloni. Certo non immaginava che dietro ci fosse un’inchiesta sulla sequenza di botte e aggressioni a sei passanti avvenute fra le 22 e le 22.30 del 7 luglio scorso agli Orti del Tolomei. Proprio ieri mattina, intanto, si è svolto l’interrogatorio a Firenze del minorenne finito subito in cella "stante la gravità dei fatti commessi", aveva evidenziato la questura. Difeso dall’avvocato Donato Cialdella, ha riposto alle domande del giudice.
Ora alla squadra mobile resta solo da completare il quadro dei presunti autori della sfilza di aggressioni a seguito delle quali tre vittime sono finite in ospedale, anche con la frattura del naso. Potrebbe allargarsi il cerchio degli indagati ma, nel complesso, gli investigatori ritengono di aver ricostruito l’accaduto ed individuato i presunti autori di un fatto che ha colpito molto la città. E che potrebbe riservare eventuali sorprese, per quanto riguarda i contorni, dall’analisi del contenuto dei cellulari che sono stati sequestrati dagli investigatori. Si cercano foto e video.
"Un plauso al brillante e deciso lavoro della Questura, guidata da Ugo Angeloni, che hanno impedito, sul nascere, che il fenomeno delle baby gang nella nostra città potesse assumere contorni ancor più ampi e di maggiore pericolosità sociale, rintracciando tutti gli autori del grave fatto di cronaca che tanto ha scosso Siena", osserva il deputato Francesco Michelotti (Fdi).