MASSIMO BILIORSI
Cronaca

Rassegna sulla sanità: "La cura è come l’arte: non tollera compromessi"

L’evento, organizzato dal Comune, ha fornito spunti di riflessione e confronto. Il presidente del Santa Maria della Scala: "Protocollo per collaborare".

L’evento, organizzato dal Comune, ha fornito spunti di riflessione e confronto. Il presidente del Santa Maria della Scala: "Protocollo per collaborare".

L’evento, organizzato dal Comune, ha fornito spunti di riflessione e confronto. Il presidente del Santa Maria della Scala: "Protocollo per collaborare".

Spesso i convegni hanno i limiti di essere fortemente "di settore" con linguaggi e approcci a cui molti non hanno accesso per non conoscenza approfondita della materia. Non lo è stato per la seconda edizione di "L’arte che cura", con la prima giornata ospitata al Santa Maria della Scala, che offre il punto di partenza per gli Stati Generali della Salute, rassegna sulla sanità promossa dal Comune di Siena.

Sono le sensibilità acquisite dalla diretta esperienza che ci rafforza l’opinione che l’arte, e qui ovviamente si apre tutto un mondo, possa essere di supporto alle cure, alla ricercata guarigione. E’ quindi un convegno "illuminato", fra l’altro con una numerosa platea, che si aperto alla mattinata nella conduzione, agile e puntuale negli interventi, della giornalista de La Nazione Cristina Belvedere, con il saluto del sindaco Nicoletta Fabio che ha rilevato come questo sia "un tema rilevante per la città". Da qui, quindi, si apre un mondo fatto di una delicata ma tenace sinergia fra tanti elementi: "Tante sfaccettature che mostrano come l’arte influenzi la nostra salute – ha rilevato l’assessore Giuseppe Giordano – con esperienze che qui trovano una sintesi e che dimostrano come un’opera d’arte può incidere sui comportamenti e di conseguenza sulla salute".

Anche il presidente della Fondazione Santa Maria Cristiano Leone guarda avanti per un "protocollo per un lavoro da fare insieme e che l’arte come la cura non tollera compromessi". Esperienze personali, anche del direttore dei Teatri di Siena Vincenzo Bocciarelli, che ha trasformato episodi di vita in liriche, fino a che l’attenzione si è concentrata sull’attrice Cinzia Leone, che è andata diritta al cuore dei presenti raccontando come si è ripresa da una malattia devastante che toglie non solo l’attività ma anche la dignità: "La mia esperienza si identifica con il mio lavoro, non solo l’arte, è un’urgenza, il mio unico modo per comunicare. Non è raccontare una parte emotiva di me, ma proprio come l’arte cerchi sempre una forma, un riscatto, che ogni essere è in grado di intervenire sulla malattia".

Altri contributi hanno reso ancora più variegato il senso dell’arte: dall’artista Cesare Pietroiusti, a Irene Sanesi, co-founder del Cultural Welfare Center di Torino, con Enzo Grossi, coordinatore del corso Arte e salute dell’università della Svizzera italiana di Lugano, con altri contributi come quelli di Rebecca Russo, fondatrice Videoinsight e Agnese Pieracci che ha lavorato per l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese.

Nel pomeriggio spazio ad un laboratorio di approfondimento, Visual Thinking Strategles, diretto da Vincenza Ferrara e Paolo Zamboni, un metodo innovativo che utilizza i patrimoni culturali come strumento per l’apprendimento, la promozione e l’inclusione sociale, fino al benessere. Davanti a questo benefico "caos" di testimonianza e contributi, ce ne sono stati molti altri, viene da affermare che la salute ci consente di goderci la vita, la malattia di capirne meglio il significato.

Massimo Biliorsi