di Laura Valdesi
SIENA
Chiusa l’inchiesta sul rave party abusivo a Radicofani. Tremila persone che si erano date appuntamento in località la Draga, a due passi dalla diga di San Piero in Campo, nel cuore del Parco naturale della Val d’Orcia, terra tutelata dall’Unesco. Un evento andato avanti per alcuni giorni, fra fine settembre e i primi di ottobre 2019, richiamando centinaia e centinaia di persone da ogni angolo d’Italia. Erano arrivate da Bologna e Napoli, da Milano e Genova, da Rieti e dal Triveneto. Una manifestazione certo non autorizzata che aveva costretto carabinieri e polizia ad un super lavoro di controllo e monitoraggio. Finché il rave non aveva levato le tende lasciando sul campo rifiuti e danni in quell’area incontaminata di proprietà privata. I sindaci della zona – Pienza, Radicofani, Sarteano e Castiglione d’Orcia – insorsero perché non era la prima volta che accadeva, sebbene non con le stesse dimensioni di quell’evento. Mentre la popolazione riempiva i social di commenti di condanna per l’accaduto.
Uno scempio, insomma. Era scattata l’inchiesta, coordinata dal pm Nicola Marini: un anno fa portò a denunce ed arresti. Tutti italiani i denunciati, accusati in concorso dei reati di invasione di terreni, più distruzione e deterioramento dell’habitat all’interno di un sito protetto. Contestazione che è stata confermata anche nell’avviso di conclusione indagini ricevuto dagli indagati, cinque dei quali assistiti dall’avvocato Mattia Alfano di Firenze che ha scritto una memoria. "In realtà per l’occupazione abusiva – sottolinea – non c’è prova che loro siano mai entrati in quel terreno, atteso il fatto che nei vari accertamenti svolti dalla polizia i miei assistiti non sono stati trovati lì. Oltretutto si erano svolti altri rave in quella zona e non c’è prova che l’area fosse chiusa. Quindi anche dal punto di vista della consapevolezza di entrare in un terreno privato manca la prova. In ordine alla deturpazione non c’è poi alcuna descrizione di cosa avrebbero rovinato. Comunque ho anche chiesto per tutti e cinque l’interrogatorio sperando che garzie ad esso possano chiarire la loro posizione. Siamo in attesa della fissazione della data". Ad altri due indagati veniva contestato anche il possesso di droga.