di Laura Valdesi
Una grande passione, quella per i paesaggi toscani. Scorci unici, tratteggiati dai cipressi e dai calanchi, che restituiscono una sensazione di serenità. Li ha sempre amati tanto, il nuovo re d’Inghilterra Carlo III, succeduto ora alla madre Elisabetta II. Anche durante la visita a metà anni ’80 in Val d’Orcia si era fermato infatti a dipingere con gli acquerelli in un angolo del giardino all’italiana voluto da Antonio e Iris Origo quando acquistarono la tenuta de La Foce, affidandosi all’architetto inglese Cecil Pinsent. "Ricordo distintamente il suo arrivo, anche se sono trascorsi molti anni. Il tramite furono i libri di mia nonna, Iris Origo, e l’amicizia che ci legava alla marchesa Frescobaldi. Era infatti suo ospite, Carlo d’Inghilterra, quando visitò anche Montalcino, pranzando poi da noi alla villa", spiega Katia Lysy, figlia di Benedetta Origo e nipote appunto di Iris, scrittrice e donna di grande cultura che con la sua vita e la sua opera letteraria ha dimostrato che nulla vieta ad una persona intelligente di amare al contempo tre Paesi: Inghilterra, America e Italia.
"Ricordo che Carlo arrivò con molto ritardo, avevamo preparato un gran pranzo che si fece verso le 14. A tavola si parlò soprattutto di ambiente, era molto interessato alle questioni dello sviluppo agricolo, agli aspetti sociali e alla storia della bonifica in Val d’Orcia, alle vaccinazioni della popolazione. Era ancora viva mia nonna Iris – prosegue Katia Lysy –, scomparsa nel 1988. Parlarono di comuni conoscenze a corte ma anche del libro più celebre da lei scritto, ’Guerra in Val d’Orcia, ancora molto conosciuto nel Regno Unito. Lo ricordo colto, informato e preparato su tutto. Al contempo una persona molto affabile". Foto di quel momento a Villa La Foce? "Tutto avvenne all’insegna della discrezione più totale, Carlo d’Inghilterra era particolarmente riservato", aggiunge Lysy.
Quel giorno, riavvolge ancora il nastro dei ricordi, "faceva molto freddo. C’era un gran vento. Aveva portato dietro l’attrezzatura per dipingere, c’era una persona che si occupava di questo. Quando facemmo il giro del giardino si mise in un angolo con i suoi acquerelli. Realizzò un paio di bozze, di quella vista con i famosi cipressi che disegnano le curve sinuose, che mi dicono essere successivamente stati esposti a Londra, ad una mostra a scopo benefico".