REDAZIONE SIENA

Recuperata statua rubata a Siena 30 anni fa

Si tratta della divinità protettrice della casa e della famiglia

Siena

Siena, 12 ottobre 2018 - La piccola sfinge alata un tempo era dipinta, come suggeriscono le tracce di rosso tra le insenature del corpo in terracotta. Probabilmente, nelle ricche case del IV secolo a.C, era usata come contenitore per olio o essenze profumate. La statuetta di Lares in bronzo, con la sua veste drappeggiata su un fianco, divinità protettrice della casa e della famiglia, era invece stata rubata nel 1988 dal Museo archeologico di Siena. A nulla avevano portato le indagini e il reato era caduto in prescrizione. Dopo più di trent’anni d’oblio, eccoli i due preziosi reperti d’arte etrusca che stavano per essere battuti all’asta a Londra e che invece tornano oggi in Italia, recuperati dalla MET Police e restituiti con un’operazione frutto della collaborazione tra Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e British Cultural Property Protection Unit.

«Siamo molto fieri di poter rendere omaggio alla leadership italiana nel campo della tutela del patrimonio culturale», spiega l’ambasciatore britannico Jill Morris, che per l’occasione ospita a Villa Wolkonsky alcune opere trafugate negli anni e recuperate proprio grazie al lavoro dei Carabinieri, dal violino Andrea Amati del ‘500 al rilievo funebre di Palmira. «Noi inglesi - dice - abbiamo imparato dall’Italia, creando un’unità delle forze armate dedicata proprio all’arte e con un’importante collaborazione diplomatica, di polizia ed enti culturali»

Ancora avvolti nel mistero i passi che hanno portato i due reperti etruschi dall’Italia a Londra. «Facilmente - spiega il generale Fabrizio Parrulli - gli oggetti rubati attraversano due, tre anche quattro frontiere prima di riaffacciarsi sul mercato». Londra in Europa e New York negli Stati Uniti, le due piazze più ricche di affari. E proprio nel Regno di sua Maestà la Regina sono ricomparse le due opere. «Il bronzetto - racconta il generale - è stato riconosciuto su un catalogo di un’asta come una degli oggetti rubati dell’Art Loss Register». «Il venditore - aggiunge il Detective Sergente Rob Upham della Metropolitan Police Arts and Antiques Unit - era in buona fede ed è trattato come un testimone. Purtroppo la persona dalla quale lo acquistò è morta». Della sfinge, invece, non si conosceva nemmeno l’esistenza, trafugata direttamente con scavi clandestini, probabilmente nell’Etruria meridionale, «in quel triste periodo di fine anni ‘60-‘70 - dice Parrulli - che noi chiamiamo della ‘razzià. Quando cioè erano in azione i tombaroli, che tanto patrimonio ci hanno rubato e tante pagine di storia distrutto». In questo caso, già il collezionista privato e la casa d’aste nutrivano dubbi sulla provenienza dell’oggetto. Tanto che le indagini, «ancora in corso», hanno portato al noto trafficante d’arte italiano Giacomo Medici, già arrestato nel 1997. «Entrambi i reperti - prosegue Parrulli - sono di grande valore storico e artistico. Se fossero stati venduti avrebbero fruttato diverse migliaia di pounds».

Restituiti al Mibac, il bronzetto tornerà a Siena, mentre per la sfinge si dovrà ricostruire il luogo di provenienza. «Per noi è un big deal, un bel colpo - sorride il detective Upham - A Londra rintracciamo reperti da tutto il mondo, ma certo, una gran parte arriva dall’Italia, perché qui è concentrata così tanta ricchezza culturale». Ma «anche noi in Italia - conclude Parrulli - a volte recuperiamo e restituiamo opere rubate al Regno Unito».