di Laura Valdesi
SIENA
"Come mai tante reazioni? Me lo sto chiedendo anche io. La mail non voleva creare attenzioni se non sull’esigenza da parte dell’Università di informare e formare come, in una società come la nostra, ci si deve comportare. Il tema non è il caso, o i casi. E’ che ci sono ancora molte, troppe persone che non capiscono quando un ’no’ è un ’no’. Questo l’aspetto da mettere a fuoco", osserva il rettore Roberto Di Pietra dopo la mail inviata a studenti, docenti e personale amministrativo nel primo pomeriggio di martedì. Dove si fa riferimento "ad un grave episodio di violenza sessuale che è avvenuto in una delle residenze universitarie della città". "Lo scopo – prosegue il rettore – non era denunciare, ci sono le autorità preposte per ricevere le querele. Intendeva semplicemente riaccendere l’attenzione sul fenomeno anche in vista dell’avvio del nuovo anno accademico e della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si celebra il 25 novembre. Le università non sono fuori dal mondo, c’è bisogno di una missione educativa". Rileva con un pizzico di dispiacere "un’attenzione quasi pruriginosa" quando l’intento della comunicazione era, come detto sopra, tutt’altro. Insistere nella lotta alla discriminazione e, appunto, alla violenza di genere perché la realtà dimostra che, per quanti passi avanti sono stati compiuti, il fenomeno esiste. Anche a Siena. Anche fra i giovanissimi che frequentano i corsi di studio.
"L’Università – recita infatti una nota – si distingue da tempo per il suo impegno contro ogni forma di discriminazione e violenza di genere e a favore di una cultura del rispetto dei valori assoluti di libertà e dignità della persona su cui si fondano lo Statuto e il Codice etico. Sono moltissime le iniziative che l’Ateneo ha realizzato negli ultimi mesi e, ancora di più, quelle che sta programmando per l’immediato futuro. Nelle prossime settimane sarà aperto uno sportello antiviolenza a disposizione degli studenti, così come di familiari e amici che si dovessero trovare di fronte a situazioni di presunta violenza di genere. Ed è in partenza la campagna ’#finiscequi’ che verterà proprio su queste tematiche".
L’Università spazza poi il campo da dubbi circa l’effettiva esistenza di fatti che sono già sotto la lente del tribunale e degli investigatori. Tutelando la privacy e garantendo la dovuta riservatezza. "A fronte di episodi che risultano già noti alle autorità competenti, in cui sono coinvolti membri della comunità studentesca, e che sono emersi di recente nell’ambito della collaborazione con il Centro antiviolenza di Siena, il rettore si è fatto portavoce della volontà di tutta la comunità accademica senese nello stimolare una riflessione aperta e pubblica sul tema della violenza di genere, un fenomeno che è presente anche nella realtà del territorio e che potrà essere sconfitto solo puntando alla crescita culturale dell’intera società. Con questo obiettivo il rettore ha rivolto martedì 8 un messaggio alla comunità che fa parte dell’Università di Siena", conclude la nota.
Se verifiche interne dovranno esserci a seguito degli episodi accaduti arriveranno comunque solo alla luce di eventuali sentenze passate in giudicato.