REDAZIONE SIENA

Restaurato il San Francesco di Duprè: "Ora è nell’Onda grazie al Comune"

Il priore Spessot: "Importante per arricchire la collezione dei pezzi già custoditi nel nostro museo"

Restaurato il San Francesco di Duprè: "Ora è  nell’Onda grazie al Comune"

In alto la foto di gruppo davanti al San Francesco in gesso ora custodito nell’Onda, qui sopra alcune fasi del delicato restauro dell’opera di Duprè

di Laura Valdesi

SIENA

Il modello in gesso del San Francesco d’Assisi di Giovanni Duprè, usato per realizzare poi quello in marmo che si trova nella basilica di Assisi, è adesso nel museo dell’Onda, dopo un attento restauro. "Proviene dalla gipsoteca del Comune di Siena ed è stato concesso in comodato alla nostra Contrada, una delibera che fu assunta dalla giunta De Mossi, era assessore alla cultura Pasquale Colella. Venerdì scorso abbiamo presentato il recupero della statua in gesso del San Francesco – sottolinea il priore Massimo Spessot –, presente anche il sindaco Nicoletta Fabio. Ci ha fatto piacere, è sempre molto vicina alle Contrade".

Un pezzo importante, dunque, che arricchisce la già corposa collezione delle opere di Giovanni Duprè, cresciuta in modo particolare dopo la vittoria del Palio dipinto da Sinta Tantra, dedicato appunto ai 200 anni della nascita dell’artista. "Quella che adesso custodiamo nel Museo è l’ultima realizzazione di Dupré – spiega Spessot – che risale al 1881, l’anno seguente infatti morì. Tutto ciò è stato possibile anche grazie alle due anime storiche e culturali di Malborghetto, la Società Policarpo Bandini con Simonetta Losi che ha sostenuto il restauro dell’opera da un lato, il provveditore ai beni artistici Andrea Sbardellati dall’altro con la responsabile del museo Rebecca Mencaroni".

L’Onda ha realizzato un bellissimo video, circa 8 minuti, che racconta la storia del ’San Francesco’ nel passaggio dal Comune, al restauro e quindi al ’MOnd’. L’ultima ’adozione’, viene spiegato, si deve all’impegno della dottoressa Veronica Randon, la cura del buon esito del percorso dell’iniziativa è stata invece assicurata dalla dedizione di Monica Vanni con la condivisione dell’ex sindaco De Mossi. "La Soprintendenza di Siena, nelle persone di Gabriele Nannetti e dei funzionari Letizia Nesi e Isacco Cecconi, ha con premura assicurato il rapido svolgimento delle procedure autorizzative sorvegliando le fasi di movimentazione dell’opera e affiancando la restauratrice durante le operazioni di messa in sicurezza e restauro", si spiega nel video illustrativo. Tocca poi a Maria Fortuna svelare la necessità di mettere in sicurezza le parti più fragili, soggette a frattura o distacco durante il trasporto, seguendo appunto le indicazioni della Soprintendenza. Il modello è stato ripulito con ’gommine’ di diversa natura e durezza per eliminare le varie stratificazioni. Un passaggio che ha portato ad una discontinuità cromatica su cui si è intervenuti perché avrebbe distolto l’armonia. La superficie viene definita come "un libro che ripropone le fasi di studio e di realizzazione" dell’artista. "La parte posteriore – è la restauratrice Maria Fortuna a spiegarlo – presentava una frattura per cui d’intesa con la Soprintendenza è stata fasciata con carta giapponese". E protetta. "Particolarmente pesante, circa tre quintali. Confesso che durante il trasferimento, anche se eseguito da una ditta specializzata, sono rimasto con il fiato sospeso", dice il priore Spessot.