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Retta per i malati di Alzheimer Battaglia in tribunale con l’Asl

Ricorso al giudice del lavoro Pollini per un’anziana di 93 anni che si trova in una residenza sanitaria. L’avvocato Mancini: "Caso nel quale i familiari non sono tenuti a versare la quota di compartecipazione"

di Laura Valdesi

SIENA

"Mia suocera è malata di Alzheimer, abbiamo dovuto metterla in casa di riposo. Necessita di assistenza. C’è stata una recente sentenza del giudice del lavoro in Toscana che potrebbe aiutarci". Inizia così, nello studio dell’avvocato Giacomo Mancini una piccola ‘sfida’ legale che potrebbe portare però a grandi cose. Ossia a dare un po’ di ossigeno a molte famiglie che hanno malati così gravi ricoverati in residenze sanitarie assistenziali per cui le famiglie pagano una quota di compartecipazione sovente molto onerosa. "Studiato il caso della signora, che è classe 1927, fui molto chiaro con il mio assistito: ‘ se ha voglia di fare una causa certo complessa nella quale ci si scatenerà contro il mondo ma che è fondata, andiamo avanti’. Ed eccoci qua", sottolinea Mancini rivendicando la valenza sociale di questa vicenda giudiziaria. Tantissimi i malati di Alzheimer anche in Toscana e nella nostra provincia, come pure le persone affette da demenza di grado elevato che si trovano in Rsa e strutture convenzionate con il sistema sanitario.

Ma andiamo per ordine. L’avvocato invia una mail con posta certificata sia alla cooperativa del Senese che gestisce la residenza dove si trova la nonnina che all’Asl. "La prima gestisce la struttura – spiega Mancini –, la seconda ha determinato la retta. Poi viene presentato un ricorso in materia di previdenza che arriva al giudice del lavoro Elena Pollini. A dicembre la prima udienza, i convenuti si costituiscono, Asl e cooperativa, contestando tutto. Non volevano neppure entrare nel merito. Ma ho insistito per fare una consulenza: se si accerta che il tipo di malattia in esame non rientra in quanto sostiene la Cassazione, ripreso anche dal tribunale di Prato, ne prenderemo atto. Il giudice si riserva, ammette la consulenza e nomina un medico legale di Grosseto (a maggio l’incarico, ndr) che si recherà presso la casa di riposo a vedere la signora e ad esaminare i documenti al fine di stabilire se sussistono i presupposti per l’esenzione prevista dalla giurisprudenza. In caso affermativo la persona che si trova in struttura per non autosufficienza e patologie gravi tali da necessitare di assistenza continua, avrebbe diritto all’assistenza gratuita in casa di riposo. La famiglia non sarebbe insomma tenuta a versare alcuna quota di compartecipazione. Ovviamente, in un contesto in cui la sentenza fa stato fra le parti. Nel senso che in caso di vittoria della causa non avrebbe un effetto estensivo verso tutti coloro che sono nella stessa situazione. Ma rappresenta comunque un precedente importante".