"Oggi abbiamo toccato il fondo. Il sistema di dematerializzazione delle ricette ha problemi da giorni. Giovedì tutto bloccato sino alle 14. Si può immaginare il disagio nostro ma, soprattutto, per i pazienti... ". E’ uno dei tanti sfoghi che girano nelle chat dei medici di Medicina generale, che dal 6 novembre sono alle prese con una serie di problemi tecnici al sistema.
I server che a livello nazionale permettono ai medici di famiglia, ai pediatri e a tutti gli specialisti ospedalieri di produrre ed emettere ricette elettroniche dematerializzate, sono gestiti da Sogei, società partecipata dal ministero per l’Economia. Il funzionamento a singhiozzo sta causando dei sovraccarichi anche sui sistemi regionali, che a loro volta devono essere riavviati e smaltire un numero di transazioni maggiori. Di qui un ulteriore aggravio all’attività dei medici di famiglia e l’inevitabile sovraffollamento degli ambulatori da parte dei pazienti.
Maurizio Pozzi, segretario provinciale della Federazione italiana Medici di Medicina generale (Fimmg) di Siena, è un fiume in piena: "Vogliamo dedicare il nostro tempo al lavoro di cura, non a quello burocratico, altrimenti si crea un danno alla salute dei pazienti". I problemi al sistema di dematerializzazione delle ricette sta infatti creando una serie di difficoltà: "Ho lo studio che copre i territori di Murlo, Casciano di Murlo e Montalcino. Ogni giorno faccio fronte in media a 300 contatti tra telefonate, mail, sms e richieste su WhatsApp – spiega –. A questi si aggiungono le visite in ambulatorio e quelle a domicilio. Tutto ciò evita gli accessi al Pronto soccorso". E ancora: "Da contratto nazionale telefonate e messaggi dovrebbero svolgersi ogni giorno dalle 8 alle 10, ma se si rispettasse l’orario, ci sarebbero i Pronto soccorso intasati".
I medici di base sono quindi costretti a trascorrere le loro serate a scrivere e inviare le prescrizioni: "Visti i problemi al sistema informatico, mando ai pazienti un sms con il numero identificativo della ricetta – racconta Pozzi –. Ma anche in questo caso bisogna mettere in conto gli anziani che non hanno il cellulare o lo sanno usare poco, chi non riceve i messaggi e chi ci tiene a venire comunque di persona in ambulatorio per parlare con il medico e magare farsi anche misurare la pressione".
Pozzi continua: "Dopo i sacrifici legati al periodo del Covid, ora siamo costretti a ricorrere all’aiuto del personale di segreteria e degli infermieri per far fronte a questi disagi, ma ciò li espone a rischi di conflittualità con i pazienti a causa di questa incapacità gestionale che si registra nel settore pubblico. In altre parole, noi medici di famiglia dobbiamo sopperire a un sistema di informazione che dovrebbe essere garantito ai cittadini, ma non lo è. Noi chiediamo solo che vengano risolti i disservizi – la conclusione di Pozzi – per consentirci di fare il nostro lavoro di cura".
Il tutto, mentre dalla Regione fanno sapere: "I tecnici sono al lavoro per potenziare al massimo i sistemi e far fronte al malfunzionamento temporaneo della piattaforma delle ricette elettroniche".