Cristina Belvedere
Cronaca

Don Giglio, direttore Caritas Siena: “Crisi del lavoro e futuri rincari Il 2025 sarà molto impegnativo”

Dalla mensa dei poveri alla distribuzione dei pacchi alimentari, passando per i richiedenti asilo. “La congiuntura ha portato persone nuove a bussare alla nostra porta: noi ci siamo per tutti”

La mensa della Caritas accoglie ogni giorno circa 60-80 persone, molte delle quali sono richiedenti asilo

La mensa della Caritas accoglie ogni giorno circa 60-80 persone, molte delle quali sono richiedenti asilo

Siena, 5 gennaio 2025 – Gli imminenti rincari delle bollette di luce e gas e la crisi del lavoro. Queste sono “le ferite” di cui parla don Vittorio Giglio, direttore della Caritas diocesana, che ogni giorno con i suoi volontari cerca di garantire una cura, fatta di aiuti materiali e calore umano, a tutti coloro che sono in difficoltà.

Don Vittorio, qual è il bilancio di queste festività?

“Il numero delle persone che frequenta la nostre strutture è rimasto invariato. Abbiamo mantenuto la linea dell’ordinarietà, ma l’abbiamo arricchita con un clima di festa e un’accoglienza ancora più calorosa del solito”.

Come?

“Abbiamo aggiunto al menù della mensa dei dolci tipici locali, inoltre nella distribuzione del sostegno alimentare nel centro di Arbia e nelle altre realtà parrocchiali, essendo venute a mancare quest’anno le tradizionali donazioni di pandori e panettoni da parte di aziende del territorio, abbiamo provveduto noi ad acquistare prodotti tipici da aggiungere ai pacchi alimentari”.

Quanti ne distribuite in media?

“Circa 260 ogni 15 giorni su tutto il territorio diocesano, ma a a questi vanno aggiunti quelli delle Caritas parrocchiali e di associazioni come la Misericordia e la Croce Rossa. La richiesta di aiuti non manca, basti guardare l’attività che si svolge nel centro di Arbia e all’Emporio della solidarietà”.

Come è andata invece nella mensa della Caritas?

“Anche durante le festività natalizie abbiamo accolto ogni giorno circa 60-80 persone. Da tre anni a questa parte c’è stato un aumento degli ospiti legato all’arrivo di immigrati. Ci sono poi le persone senza fissa dimora cronicizzate e altri che hanno perso il lavoro o non arrivano economicamente alla fine del mese. In questi casi vengono alla mensa, prendono il cibo e lo portano a casa. Lo fanno per una sorta di pudore. Del resto la crisi del lavoro sta portando persone nuove a chiedere aiuto alle nostre strutture”.

Parliamo del caso Pakistani: questo è un ’nodo’ che a Siena le istituzioni non sono ancora riuscite a sciogliere.

“Diamo accoglienza a 27 richiedenti asilo nel Convento delle Clarisse in via Mascagni, mentre altri 9 sono nei nostri dormitori all’Arbia. Inoltre offriamo ospitalità in via temporanea a coloro che vengono dimessi dall’ospedale. La scorsa estate abbiamo registrato una vera e propria emergenza, perché in via Mascagni c’erano 97 presenze, abbiamo quindi dovuto mettere tre bagni chimici. Ora i numeri sono diversi, ma manteniamo il servizio con sacrificio”.

Il Comune di Siena ha messo a disposizione dei migranti il Podere Palazzetto...

“L’amministrazione comunale ha dato un segno concreto della propria disponibilità: si tratta di una quindicina di ragazzi che sono entrati nell’edificio il 20 dicembre e potranno restarci fino al 12 gennaio. All’inizio, su richiesta dell’assessore Papi, li avevamo ospitati nelle nostre strutture, ma in via Mascagni si era passati da 27 a 45 ospiti: dormivano per terra... ”.

Cosa succederà dopo il 12 gennaio?

“Non lo so. Sappiamo che la Prefettura non sta accogliendo nei Cas. Speriamo che questa situazione si sblocchi”.

Come vede il nuovo anno appena iniziato?

“Problematico. Spero che il Giubileo porti speranza in scelte politiche e sociali significative. Già nel 2024 c’era stato un aumento delle richieste di aiuto per le utenze di luce, gas e acqua. Un conto quando si parla di adulti, ma quando di mezzo ci sono dei minori non è possibile avere solo l’acqua fredda. Tutto è più complicato. Inoltre, tra i rincari alle porte e le crisi nel mondo del lavoro come quella di Beko, credo che sarà un anno impegnativo. Dobbiamo quindi fare rete con le realtà, che possono operare scelte significative”.

Don Giglio dedica un ultimo pensiero ai volontari della Caritas che ogni giorno si mettono a disposizione degli altri: “Prima di Natale abbiamo condiviso un momento di fraternità e di scambio degli auguri all’Arbia, dopo la messa con il cardinale Augusto Paolo Lojudice. Insomma, ci prendiamo cura anche di chi si prende cura del prossimo”.