Un anno, più 120 giorni, più i tempi burocratici (incerti, ma probabilmente non brevi) per effettuare i collaudi di legge ed avere dal Ministero dei trasporti le autorizzazioni al ritorno in esercizio. E’ il tempo che ci vorrà per vedere di nuovo in attività la risalita meccanizzata da Colle bassa al terziere Castello, ferma da tre anni e nove mesi (2 marzo 2021) nonostante i circa 453.000 euro finora spesi dal Comune per la sua riattivazione. Per rivedere le cabine salire e scendere fra via Meoni e Il Baluardo, insomma, ci vorrà fino alla primavera 2026: se tutto andrà bene, perché quando si tratta dell’impianto di risalita colligiano le brutte sorprese sono sempre in agguato, soprattutto quando (chi crede alle maledizioni è libero di farlo) ci si avvicina alla fine del tormentone. Come è successo lo scorso settembre, quando alla fine dei lavori mancavano solo 4 mesi e tutto sembrava andare per il verso giusto.
"Ad agosto, con il fine lavori previsto entro l’anno, si erano fatte riunioni per iniziare la procedura di collaudo e poi attendere i permessi ministeriali – ha spiegato il vice sindaco Marco Speranza in un’assemblea pubblica – La prima bomba d’acqua di settembre, però, mandò in corto circuito tutti i lavori elettrici già fatti e ci siamo resi conto che le copiose infiltrazioni di acqua erano un problema forse sottovalutato negli anni: per capirlo serviva la piattaforma per la manutenzione, ma il Comune non aveva l’autorizzazione ad usarla e ci sono voluti due mesi per averla. Fatto finalmente il sopralluogo, è stata individuata una perdita d’acqua a circa 15 metri di altezza in una perforazione dello strato di malta isolante di cui, nel 2017, era stato rivestito il ‘pozzo’ in cui si muovono gli ascensori, perforazione avvenuta forse durante i lavori del 2019-2020 per il rafforzamento della gabbia metallica: andrà verificato meglio, ma sembrerebbe che l’acqua di adesso sia dovuta proprio a quella perforazione". Poi il ‘cronoprogramma’ che ha allontanato le speranze dei colligiani. "Risolto il problema dell’acqua, si potrà ripartire con i lavori interrotti e tutta la procedura di collaudo – ha concluso Speranza – Allestire un cantiere la dentro non è facile, per gli spazi ristretti ed i problemi di manovrabilità e sicurezza, ma mi auguro che in tutto il 2025 si potrà risolvere il problema acqua e poi riprendere i lavori che si erano fermati a 120 giorni dalla conclusione". Appunto un anno, più quattro mesi, più l’attesa burocratica per collaudi e autorizzazioni del Ministero.