Risonanza urgente. Ma c’è oltre un mese di attesa

Una giovane donna a Siena si trova in difficoltà nel ricevere una risonanza urgente per una ciste ovarica. Tempi di attesa troppo lunghi mettono a rischio la sua salute, evidenziando la necessità di migliorare l'accesso alle cure preventive.

Non si può parlare di malasanità, ma certo di un servizio pubblico da migliorare, prima di tutto nei tempi della risposta al bisogno di salute del cittadino. La vicenda in questione oggi è quella di una giovane donna, trentenne, che da un esame ginecologico di routine scopre di avere una ciste di oltre 6 millimetri e un rischio di ’giramento dell’ovaio’ - questa la problematicva evidenziata dallo specialista -. La giovane, russa di origine ma residente da anni a Siena, si rivolge subito all’ospedale per fissare una risonanza all’addome: in mano ha la rchiesta urgente della ginecologa, che dovrebbe essere ’evasa’ entro 10 giorni.

La prima porta ’bussata’ è quella della Diagnostica per immagini del policlinico, che, a fronte della ricetta urgente, propone la prima data disponibile il 25 giugno, con oltre un mese di attesa dalla richiesta. Il secondo tentativo è col CUP unico sanitario, alla ricerca di una data più prossima per l’esame da farsi presso l’ospedale di Siena, ma anche in altri presidi pubblici sul territorio, da qui a Grosseto, e in caso anche in cliniche private. Ma la ricerca non dà l’esito atteso: non c’è nessuno che offra la risonanza all’addome entro dieci giorni.

"Spero non succeda il peggio, ovvero di arrivare tardi a curare un problema che, preso per tempo, può essere trattato", dice il compagno della giovane.

Insomma la prevenzione è lo strumento salvavita di oggi, ma la sanità pubblica deve garantire l’accesso alle prestazioni, nei tempi adeguati ad intraprendere un percorso terapeutico preventivo.