ROBERTO BORGIONI
Cronaca

Presa la "scroccona seriale": mangia nei ristoranti e non paga, denunciata

Elegante signora svedese raggira con una scusa una decina di locali. Scovata dalla Polizia, non potrà tornare a Siena per tre anni

foto Paolo Lazzeroni

foto Paolo Lazzeroni

Siena, 26 giugno 2021 - Se non ci fossero decine di ristoratori gabbati, in un periodo nel quale provano faticosamente a ripartire dopo la tempesta da pandemia, sarebbe una scena da commedia all’italiana. Con l’elegante signora svedese, 48 anni, che si presenta al cameriere, si siede al tavolo e ordina un ricco pasto, con i piatti più gustosi del locale. La signora in questione consuma il tutto con soddisfazione e poi si presenta in zona cassa. E qui cominciano i guai. Perché la cliente svedese lo ammette candidamente: "Non ho denaro per pagare". Sostiene di appartenere a una facoltosa dinastia svedese, ma anche di avere in piedi un contenzioso con la sua famiglia che le impedisce di avere risorse economiche.

E quindi, per pagare il conto, dice ai proprietari dei locali dove è andata serenamente a mangiare, di rivolgersi appunto alla sua famiglia in Svezia o alla società per la quale lavora. Che però, di fatto, non esiste. Una ricostruzione inverosimile che fa piovere sul capo della disinvolta signora una raffica di denunce. Non solo a Siena, dove avrebbe truffato almeno dieci locali, ma anche a Roma, che risulta essere la sua città di residenza, e forse anche in altri luoghi.

I titolari dei ristoranti senesi frequentati dalla donna scandinava, ovviamente allarmati dal ripetersi delle truffe, hanno via via inoltrato querele nei suoi confronti: l’accusa contestata, al momento, è di insolvenza fraudolenta. Viste le ripetute denunce arrivate dai ristoranti, gli agenti delle Volanti dell’Ufficio prevenzione e soccorso hanno svolto il loro compito: giovedì mattina, una pattuglia ha così intercettato la donna all’ora di pranzo mentre stava entrando in un altro ristorante per consumare il solito, lauto pasto per poi andarsene senza pagare. A quel punto la svedese è stata accompagnata in Questura. Dai controlli tramite database è emerso che la signora non sta svolgendo alcuna attività lavorativa nel Senese, che qui non ha la residenza né un altro motivo valido per giustificare la sua presenza. A quel punto, inevitabile, è scattata la sanzione dell’allontanamento: per almeno tre anni non potrà rimettere piede a Siena, mentre le questure di altre città dove la truffatrice ha agito indisturbata potrebbero emettere lo stesso provvedimento. Resta un quesito: ma i conti nei ristoranti chi li paga?