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Ritornello Biotecnopolo. I paletti del ministro: "Statuto, passi avanti. Il cda vota il direttore"
La contestazione del comitato pro Palestina, di cui parliamo a parte, non intacca il senso politico e i messaggi al territorio e alle università toscane lanciati dal ministro Anna Maria Bernini. Su due questioni cruciali: Diritto allo studio e Biotecnopolo. "Stiamo cercando, nei limiti delle nostre possibilità e anche oltre, di valorizzare il diritto allo studio; per il 2024 abbiamo messo una somma record per le borse di studio, 850 milioni di euro, che sono tanti. Siamo partiti con questo ma possiamo fare meglio, crediamo comunque di aver marcato il passo".
Il diritto allo studio a Siena è soprattutto la seconda mensa universitaria, dopo il pasticciaccio di via Bandini. E anche questo è argomento a latere. La seconda inaugurazione di anno accademico del ministro Bernini è legata a doppio filo con i ritardi cronici su Biotecnopolo e Centro nazionale antipandemico. E se nell’aula magna dell’Università di Siena, alla cerimonia dell’anno accademico, erano presenti anche il presidente Marco Montorsi e il direttore scientifico Rino Rappuoli, a sollevare il tema stavolta sono stati i giornalisti e il presidente Giani. "Il Biotecnopolo di Siena è già in itinere: abbiamo un presidente e un cda. Dobbiamo nominare un direttore amministrativo e dobbiamo lavorare sull’attività amministrativa e sull’organizzazione concreta della struttura". E’ il ritornello che ripete il ministro Bernini.
"Credo ci siano stati dei passi in avanti. Stiamo modificando lo statuto. Ricordo che il Biotecnopolo e’ controllato da quattro ministeri, oltre al mio. La prima cosa che abbiamo fatto, al tavolo che si è costituito, e’ stato separare la governance dall’attività tecnico scientifica. Questo per ottimizzare la ricerca e l’attività scientifica e anche per una questione di trasparenza, visto che parliamo di danari dei cittadini".
Chiedere una previsione sui tempi è superfluo, solo sulla nomina del direttore amministrativo Anna Maria Bernini è lapidaria: "Compete agli organi del Biotecnopolo, quindi al consiglio d’amministrazione". Composto da 5 membri, ognuno nominato da un ministero, quindi risponde a uno dei quattro soci fondatori.
Dopo il ministro, anche il presidente Giani parla di Biotecnopolo: "Credo sia stato un grave errore non aver inserito la Toscana nel Biotecnopolo. Se si vuole vedere questa Fondazione solo come una cosa romana poi si vedono anche i limiti ed i ritardi che ci sono stati fino ad ora". A riprova che siamo al solito balletto e uno stucchevole duello politico, arriva la replica del deputato Fdi Francesco Michelotti. "Le affermazioni del presidente della RegioneEugenio Giani sul Biotecnopolo ci lasciano il grande dubbio che il governatore, evidentemente, tenda a fare una singolare rimozione dei ricordi delle proprie decisioni. Toscana Life Sciences, partecipata della Regione Toscana, è stata inserita fin dalla fondazione. Come possa Giani sostenere l’esatto contrario, che la partecipazione nel Biotecnopolo della Regione cioè non sia stata contemplata, è davvero un mistero. Il presidente rivolga critiche al deputato dell’epoca eletto a Siena dal Pd Enrico Letta che, insieme all’ex ministro della Salute Roberto Speranza, hanno deciso l’impianto statutario del Biotecnopolo; se il governatore avesse voluto la partecipazione della Regione Toscana, avrebbe potuto chiedere a loro. Oggi registriamo l’ennesima pessima figura dettata dalla ‘dimenticanza’ delle proprie decisioni politiche e istituzionali. Anche Giani sceglie ela strumentalizzazione di questo tema per attaccare i ministri del governo Meloni, che stanno lavorando sul Biotecnopolo". Ai non interessati alle baruffe politiche resta la domanda: ma quanti mesi ci vogliono per cambiare uno statuto?