’Rumba’, Celestini al Teatro Alfieri: "Il Poverello? Uno degli ’ultimi’"

L’attore indaga la figura di San Francesco: oggi potrebbe essere un barbone, un facchino o un detenuto

’Rumba’, Celestini al Teatro Alfieri: "Il Poverello? Uno degli ’ultimi’"

’Rumba’, Celestini al Teatro Alfieri: "Il Poverello? Uno degli ’ultimi’"

Dove lo troveremmo oggi, San Francesco d’Assisi? Tra i barboni che chiedono l’elemosina nel parcheggio di un supermercato? Tra i facchini africani che spostano pacchi in qualche grande magazzino della logistica? Se lo chiede Ascanio Celestini, con il suo spettacolo che oggi alle 21.15 va in scena al teatro comunale Alfieri di Castelnuovo Berardenga, intitolato ‘Rumba: l’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato’.

Con la musica di Gianluca Casadei, una produzione Fabbrica srl, Celestini indaga la figura di San Francesco d’Assisi, nato come Giovanni da madre francese quando il padre sta in Francia a vendere stoffe pregiate, così assume il nome di Francesco, un figlio francese che legge libri di letteratura cavalleresca. Va in guerra, finisce in galera, quando esce dal carcere impara a fare il muratore. Un uomo controcorrente, perché pur essendo ricco, scelse non solo di essere povero, ma di farsi servo dei poveri. Nei panni del personaggio-narratore, Celestini si interroga dove sarebbe oggi Francesco e lo racconta, mentre trova i propri personaggi in strada, tra le case popolari, i cosiddetti invisibili, che sono poi proprio i poveri, i senza tetto.

E così trova la storia di Giobbe, magazziniere analfabeta che ha organizzato il magazzino senza nemmeno una parola scritta; di Joseph, partito dal cuore dell’Africa, che nella vita è stato seppellitore, schiavo, naufrago, detenuto, facchino e barbone e adesso cerca l’Italia in un piatto di spaghetti ma la trova nelle manganellate del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Lo zingaro che ha cominciato a fumare a otto anni e sta ancora lì che fuma, davanti al bar.

Ovviamente, lo spettacolo si sofferma anche sull’invenzione del presepe, che alle origini comprendeva soltanto il bue e l’asinello, che rappresentavano l’ambiente povero in cui nasce Gesù. Prossimo appuntamento con la stagione dell’Alfieri sabato 27 con ‘FiabaFobia’ di e con Arianna Porcelli Safonov. Una collana di racconti che indaga sulle fobie che accompagnano la nostra persona a volte per tutta la vita. Uno spettacolo che fa ridere e pensare. Sperando che non ci sia nessuno che abbia paura di ridere di pensare.

Riccardo Bruni