San Casciano dei Bagni (Siena), 8 novembre 2022 - Non solo le statue bronzee, che riscrivono una parte della storia e del passaggio tra la civiltà etrusca e quella romana. Ma anche monete ed ex voto. Oggetti di immenso valore che compongono il tesoro di San Casciano dei Bagni, con il ritrovamento archeologico di statue bronzee importantissime per capire le civiltà antiche che abitarono la zona.
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La scoperta delle rovine del santuario di almeno duemila anni fa è sensazionale. Affiorano dal terreno oggetti che daranno un contributo notevole per ricostruire la vita quotidiana e la religiosità di quel tempo. L'epoca a cui risale il santuario è tra il II e il I secolo dopo Cristo.
La gran parte di questi capolavori dell'antichità si data tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C, un periodo storico di importanti trasformazioni nella Toscana antica, nel passaggio tra Etruschi e Romani. In quest'epoca di grandi conflitti tra Roma e le città etrusche, ma anche di lotte all'interno del tessuto sociale dell'Urbe, nel santuario del Bagno Grande le nobili famiglie etrusche, in una fase in cui l'espansione di Roma significa anche osmosi culturale, dedicarono le statue all'acqua sacra. Un contesto multiculturale e plurilinguistico assolutamente unico, di pace, circondato da instabilità politica e guerra.
Oltre 20 statue di bronzo in perfetto stato di conservazione, ex voto e altri oggetti, ma anche cinquemila monete in oro, argento e bronzo.
"La campagna di scavo che ho avuto l'onore e il piacere di dirigere sul campo per 14 settimane tra giugno e ottobre ha ottenuto risultati stupefacenti e in parte inaspettati", commenta il direttore di scavo, Emanuele Mariotti. "I ritrovamenti e la monumentalità del sito hanno superato le nostre aspettative".
L'eccezionale stato di conservazione delle statue all'interno dell'acqua calda della sorgente ha permesso anche di preservare meravigliose iscrizioni in etrusco e latino che furono incise prima della loro realizzazione. Nelle iscrizioni si leggono nomi di potenti famiglie etrusche del territorio dell'Etruria interna, dai Velimna di Perugia ai Marcni noti nell'agro senese. Accanto a onomastica e forme dedicatorie in etrusco troviamo iscrizioni in latino, che menzionano anche le aquae calidae, le fonti calde del Bagno Grande, dove le statue furono collocate.