ROMANO FRANCARDELLI
Cronaca

San Gimignano accoglie i profughi

Arrivate nella città delle torri, grazie alla Misericordia, tre mamme ucraine in fuga con i loro bambini

di Romano Francardelli

Speranza e solidarietà. Nel viaggio di quattromila chilometri e 43 ore sul pulmino a nove posti della Misericordia di San Gimignano, andata e ritorno per il confine di Leopoli, hanno guidato a turno il volontario dell’associazione Mauro Pantani, il vice governatore della Confraternita di Castelfiorentino Stefano Mattii e la nonna ucraina Caterina che da oltre vent’anni fa parte del tessuto sociale della città delle torri, da orgogliosa e dignitosa badante.

Partiti per portare a San Gimignano la nuora di Caterina, Irene, i nipoti Alessandro di 11 anni e Sofia di 5 anni e due mamme, Natascia, in attesa del secondo figlio, con la piccola Alina di 12 anni, e la sorella Irene con la figlia Polina 4 anni.

"Grazie. E ancora grazie. A tutti" hanno detto le profughe di guerra mentre dal confine salivano tutti a bordo, arrivando a San Gimignano l’altra notte. Sospiro di sollievo per il viaggio, ma il pensiero è rimasto lontano, in Ucraina, fra le cannonate delle truppe russe. I fuggitivi si sono lasciati con i familiari rimasti a combattere prima del confine al primo posto di blocco, hanno raccontato a Mauro e Stefano, con lunghi abbracci, lacrime, sofferenza e tanta speranza di riunirsi e di tornare presto a casa. Il figlio di Caterina, Vladimiro, e gli altri amici e padri di famiglia con la divisa della Ucraina sono pronti a resistere e combattere per la libertà e la pace.

"Non vi immaginate cosa abbiamo visto – raccontano Mauro e Stefano – scene con tanti profughi a piedi con poche valigie, bambini scaldarsi al fuoco di un bidone e mamme che aspettano di uscire da quell’inferno. Non c’è voglia neppure di scattare la foto. Sembra di umiliarli. E non l’abbiamo fatto". A San Gimignano mamme e bambini sono stati accolti come la comunità sa fare: due famiglie del centro hanno subito messo a disposizione appartamenti per dare un po’ di felicità e speranza e dimenticare il suono delle sirene.

"C’è soddisfazione e commozione – ha commentato Giacomo Bassi governatore della Misericordia – nel vedere gli occhi dei bimbi, stravolti dal viaggio e dallo smarrimento di fronte a persone e luoghi sconosciuti. La Misericordia, con i suoi mezzi e i suoi uomini, si conferma un presidio di solidarietà organizzato ed efficiente".