San Gimignano: lavori in piazza delle Erbe

Saranno rimesse a nuovo alcune parti del ‘mattonato’. E’ prevista una spesa. di quasi 150mila euro.

San Gimignano: lavori in  piazza delle Erbe

In piazza delle Erbe il mercato, quello del giovedì, viene trasferito per alcuni mesi in piazza Sant’Agostino che a sua volta aspetta di essere rimessa a nuovo

Si rimettono a nuovo alcuni spicchi del mattonato in piazza delle Erbe, detto fra parentesi ne avevano bisogno, rattoppati con smalta cementizia, la popolare monumentale già piazza Ugo Nomi Venerosi Pesciolini ma, purtroppo, ancora senza nome. Non è scritto da nessuna parte. Piazza delle Erbe senza nome si legge e si scrive o alle vicine poste o negli uffici all’anagrafe. E nessuno, o quasi, se ne è accorto. Per ora. Dunque il cantiere con i maestri muratori dei mattonati incastonati a lisca di pesce nella nobile piazza hanno cominciato il delicato lavoro di ripristino per ridare nuova vita a quel salotto sotto le torri ‘Gemelle’ e del Duomo. Opera dei lavori affidata dall’Amministrazione Comunale alla ditta Arrighi e Brogi di "manutenzione della pavimentazione di piazza delle Erbe" per un importo di 145,407,00 euro. Resta quasi chiusa per almeno tre mesi. Si dice. In questo spicchio di storia della città accanto al Duomo, piazza che ha fatto storia e memoria conosciuta così fin dai primi anni del secolo scorso da quando quei pochi banchi degli ortolani del paese portavano le primizie dell’orto almeno due volte a settimana. Da quei primi carretti di frutta e verdura sospinti a mano o con il somaro dal campo fino alla piazza dell’Erbe per poi passare alla più moderna e attrezzata piazza di nuovi banchi di frutta e verdura, pesce, rosticceria cotta e pronta, generi alimentari ecc, del nuovo mercato settimanale del giovedì e in parte il sabato mattina. In piazza delle Erbe. Il mercato, quello del giovedì, trasferito per alcuni mesi in piazza Sant’Agostino che ri-purtroppo anche quello spicchio di memoria storica aspetta, da molti anni del secolo scorso, di essere rimessa a nuovo.

Romano Francardelli