ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

San Miniato, fiume di acqua e fango: "Tombini stracolmi, poi il disastro"

Ingenti danni agli esercizi commerciali e agli studi professionali che si affacciano in piazza Togliatti. Tra rabbia per l’accaduto e episodi di solidarietà: "Qua sono venuti in tanti a darci una mano da subito".

San Miniato, fiume di acqua e fango: "Tombini stracolmi, poi il disastro"

Ingenti danni agli esercizi commerciali e agli studi professionali che si affacciano in piazza Togliatti. Tra rabbia per l’accaduto e episodi di solidarietà: "Qua sono venuti in tanti a darci una mano da subito".

"Stavamo cercando di far defluire l’acqua, togliendo le foglie e alzando i tombini, poi da via Aldo Moro è arrivato come un fiume e quando l’acqua è arrivata alle ginocchia siamo dovuti scappare". Davide Mennitto, uno dei titolari del bar Lo Speluzzico, rivive i momenti di paura e rabbia di giovedì sera, quando in pochi attimi piazza Togliatti a San Miniato (la piazza della Coop) è finita sotto almeno 20-30 centimetri di acqua e fango. Sufficienti per creare danni ingenti a tutti gli esercizi commerciali: il bar, appunto, la lavanderia a gettoni, l’ufficio postale, l’edicola, la farmacia. E ancora gli studi medici, il negozio di abbigliamento, tutti coloro insomma che si trovano nel punto più basso della conca.

Prima il problema c’è stato davanti agli istituti biologici, con l’allagamento della strada, poi l’acqua si è incanalata ed è scesa a valle, costeggiando la chiesa. "Ho temuto molto per i nostri locali, ma almeno noi siamo stati risparmiati", dice don Sergio Volpi, in coda all’edicola per acquistare il giornale. "Siamo aperti ugualmente – raccontano qui – ma l’acqua ha danneggiato molto materiale, il magazzino con le sigarette e i gratta e vinci... bisognerà rifarsi da una parte, vedere quanta roba dovremo buttare e conteggiare i danni".

Poco più in là, Antonio Laguardia, titolare della farmacia, guarda sconsolato i locali danneggiati. "Non abbiamo fatto in tempo a togliere le medicine dagli scaffali più bassi – racconta – e a un certo punto abbiamo anche temuto che la pressione potesse far saltare la vetrata della porta". Tutto è successo in fretta, ricorda: "Non è la prima volta che ci sono problemi con i tombini, questa volta da subito sono sembrati insufficienti a raccogliere la quantità di acqua. Credo che su questo debbano essere fatte verifiche". C’è però anche un aspetto positivo, in queste ore così sconfortanti: "Da subito qui si sono riversate tante persone, amici nostri e dei nostri figli. A un certo punto saremo stati anche venticinque a cercare di pulire e togliere il fango. I danni? Ancora è presto per fare una valutazione, dovremo capire anche se i mobili sono recuperabili oppure no".

Mentre ci sono i tecnici che cercano di tirare via l’acqua dal vano ascensore della Coop e i mezzi di Sei Toscana portano via detriti e fango, anche alla lavanderia e all’ufficio postale si contano i danni. "La documentazione e diversi pacchi sono rovinati – spiega Gianluca Olia, commercialista dell’ufficio postale –, per fortuna che le spedizioni erano state ritirate dai corrieri tra le 15 e le 16. L’acqua è entrata per circa 20 centimetri. I tombini erano tutti intasati, li abbiamo aperti riuscendo a far defluire un po’ l’acqua. Ma non è bastato...".