
Il cartoncino anonimo trovato domenica sera insieme alle buste con le offerte. Al Teatro degli Arrischianti di Sarteano durante lo spettacolo di solidarietà.
"È stato al momento dei saluti finali, dopo un’ora e mezzo di spettacolo, che ho visto venirmi incontro Francesca Massi, presidente di ‘Amica Donna’, con due biglietti nelle mani e un gran sorriso sul volto. Su un cartoncino c’era il risultato della raccolta fondi (oltre 1.000 euro, n.d,r.) e sull’altro erano scritte a mano semplici, potentissime parole: ‘Grazie a voi che vi prendete cura di noi’. E il foglietto era anche firmato". Così Salvatore Leotta, medico di base a Montepulciano, leader della band ’Doc & Pride’ racconta l’episodio che ha caratterizzato la rappresentazione di ‘Scarpe rosso sangue’, andata in scena domenica al Teatro degli Arrischianti di Sarteano, contro la violenza sulle donne. "Il secondo biglietto è stato trovato insieme alle buste con le offerte - prosegue Leotta, che tradisce ancora emozione per il fatto imprevisto - e abbiamo deciso di renderlo subito pubblico, al teatro stracolmo, omettendo naturalmente il nome dell’autrice". Dunque, a Sarteano, agli Arrischianti, la violenza sulle donne ha fatto il ‘salto di qualità’, apparendo non come un semplice, sia pur grave, fenomeno da osservare, ma mostrandosi in tutta la sua concretezza: in mezzo a quegli spettatori c’era una donna che ha subito (o che sta subendo) violenza e che ha avuto il coraggio di affermarlo pubblicamente. "Il fatto non mi ha meravigliato – dice la presidente Massi, nella vita di tutti i giorni avvocato –, non è infrequente imbattersi in donne che ci mettono la faccia". "Mi soffermerei piuttosto sul valore di quel ‘grazie’, che è il raggiungimento, da parte della persona che ha avviato il percorso di uscita dalla sofferenza, della consapevolezza che nella vita c’è il brutto e il bello". "E poi un’uscita di questo tipo dovrebbe funzionare come incoraggiamento per chi non riesce a chiedere aiuto. Perché in un quadro di sostanziale stabilità del fenomeno in Valdichiana Senese, quello che occorre è dare risposte concrete: il focus va fatto sulle donne ancora vive e sulle soluzioni che ci sono".
Diego Mancuso