di Laura ValdesiSIENA"Una felice intuizione investigativa della Squadra mobile che nel 2020 ha individuato la presenza di un commercialista, nel comune di Poggibonsi. Soprattutto ha destato sospetto la sua posizione e il fatto che numerose sedi di aziende e di imprese fossero domiciliate nello stesso indirizzo. Un’attenzione che ha consentito poi di individuare anche legami con la criminalità organizzata", ha spiegato il questore di Siena Ugo Angeloni. Dopo che ieri all’alba è scattato il blitz congiunto di Squadra Mobile e Finanza che ha portato all’arresto di sei persone (vedi articoli nel fascicolo regionale) fra cui, appunto, un commercialista di origine campana, Marco Varvato, che faceva base in Valdelsa. "E’ stata subito avviata un’intesa con i colleghi della guardia di finanza di Firenze – riavvolge il filo il questore tratteggiando l’incipit dell’inchiesta – che ha consentito di effettuare un’indagine ancora più approfondita, a 360 gradi, la quale ha permesso di individuare esattamente qual’era la natura delle attività poste in essere dal commercialista".
Un’inchiesta, coordinata dal pm Leopoldo De Gregorio di Firenze, che visto la sinergia fra l’intuito investigativo, appunto, degli uomini del vice questore aggiunto Riccardo Signorelli e quelli delle fiamme gialle, particolarmente abili a spulciare bilanci, conti e società. Marco Varvato, originario di Torre Annunziata dove è nato nel 1977, è titolare di uno studio in Campania e a Poggibonsi. Inizialmente nel capoluogo valdelsano, di recente il centro della sua attività si era spostato nella vicina Barberino, dove il professionista abitava. E’ qui che hanno bussato poliziotti e finanzieri, dopo che intorno alle 5 è scattata l’operazione di respiro nazionale. Varvato si trova adesso in cella a Santo Spirito. A breve incontrerà il suo avvocato, Maria Montuoro di Torre Annunziata.
"L’indagine ha preso le mosse – spiega il procuratore di Firenze Filippo Spiezia in un nota – dall’approfondimento della posizione del commercialista" che aveva appunto un doppio studio, a Torre Annunziata e a Poggibonsi. Appurando tra l’altro "rapporti continuativi con un gruppo di soggetti già coinvolti nella commissione di delitti economico-finanziari vicini ad organizzazioni criminali". E ancora. E’ emerso "che la professionalità del commercialista e le sue capacità nel creare società fittizie attraverso cui realizzare profitti illeciti mediante artifici contabili è stata usata dalla struttura associativa operante in Toscana", si legge ancora nella nota della procura. Sono state individuate, ponendo appunto il faro sul commercialista, "numerose aziende, prevalentemente intestate a prestanome, attive nel settore della lavorazione delle carni presso i macelli o centri di lavorazione, attraverso cui veniva operato un sistema di indebite compensazioni e false fatturazioni". Varvato, dunque, sarebbe stato il colletto bianco coinvolto nel sistema di presunta frode che doveva occuparsi degli adempimenti fiscali e tributari ma anche di predisporre la documentazione fittizia a supporto del ’sistema’. L’inchiesta comunque prosegue, sarà interessante il vaglio degli elementi acquisiti nel corso delle perquisizioni.