REDAZIONE SIENA

Schermitori accusati di stupro. Sì al giudizio con rito abbreviato

Chiesta dalla difesa la loro ammissione alla giustizia riparativa: al riguardo si decide il primo aprile

Chiesta dalla difesa la loro ammissione alla giustizia riparativa: al riguardo si decide il primo aprile

Chiesta dalla difesa la loro ammissione alla giustizia riparativa: al riguardo si decide il primo aprile

di Laura ValdesiSIENA"Siamo andati notevolmente avanti, ci sono state le costituzioni di parte civile in relazione sia alle persone offese, la madre e la figlia, è stato inserito anche il Comune di Chianciano. Esclusa invece la Federscherma anche perché i temi che trattava erano di natura completamente diversa", il commento a caldo dell’avvocato Luciano Guidarelli di Roma. Assiste la campionessa uzbeka, anche se di origini messicane, che sarebbe stata violentata in un hotel della cittadina termale durante un camp, nella notte fra il 4 e 5 agosto 2023. All’epoca dei fatti aveva 17 anni. Giovanissimi anche i due schermitori imputati per il presunto stupro di gruppo, presenti ieri in tribunale. Lapo Pucci, 20 anni, ed Emanuele Nardella, 22, non sono arrivati insieme ai loro avvocati, Enrico De Martino, Gian Paolo del Sasso e Matteo Antonio Starace, preferendo evitare taccuini e telecamere. Restando nell’aula al piano terra di palazzo di giustizia, Nardella seduto nei posti in fondo, Pucci in quello poco più avanti. Senza mai uscire, anche quando il gup Grandinetti si è ritirato per decidere su eccezioni e ammissione delle parti civili. Lasciando poi l’aula solo quando l’udienza era conclusa ormai da tempo. Saranno giudicati dal gup Andrea Grandinetti con rito abbreviato secco, come chiesto dai loro legali, il 17 giugno. Ma è stata fissata per il primo aprile l’udienza per discutere dell’ammissione dei due atleti alla giustizia riparativa che è prevista dalla legge Cartabia e che rappresenta, se il percorso viene accordato e svolto positivamente, un’attenuante. L’avvocato Guidarelli si è opposto a quest’ultima richiesta della difesa. "Prevede comunque la mediazione tra due parti, la persona offesa e l’imputato. Se vogliamo aderire ad un programma di giustizia riparativa – osserva il legale – penso che sia opportuno dare seguito alla volontà di dire ’ho sbagliato’. Se abbiamo ricevuto una lettera di scuse? Onestamente no. Ad oggi scuse formali o volontà di risarcire il danno, anche questa è un’ipotesi, non ci sono state. Né come offerte reali, né come volontà da parte dei ragazzi. Ripeto, li comprendo perché alla fine meritano comunque un’opportunità. E di essere presi in considerazione perché, fermo restando che non siamo qui a fare il processo o ad emettere sentenze, il fatto è brutto. Mi metto anche io nei loro panni, sinceramente comprendo lo stato d’animo. Ragazzi che vanno aiutati, ma prima di tutto devono farlo loro stessi prendendo atto di quanto è successo. Scuse? Ben vengano. La volontà di riparare il danno? Ben venga. Dimostrandolo". Quanto alla campionessa, che ieri non era in aula, l’avvocato Guidarelli spiega "che sta seguendo un programma con uno psichiatra e una psicologa come cura di sostegno. Fa un percorso, ormai da un anno e mezzo a questa parte, con appuntamenti periodici. Non posso dire che è uscita completamente dal trauma. Anzi, ogni volta che ne parlo vedo in lei uno stato emotivo e di ansia. L’attività sportiva è l’unica cosa che non la fa pensare. Personalmente riprendere il lavoro mi ha fatto pensare meno ad un recente lutto familiare".Il pool difensivo degli schermitori, conservando il profilo basso, si è limitato a ribadire "che consideriamo i ragazzi innocenti e confidiamo che ciò venga riconosciuto anche dalla giustizia".