Una nota lunga, fitta di date e di indagini riepilogate minuziosamente, che partono dal 5 agosto 2023, giorno della chiamata dei carabinieri di Chianciano Terme al pm di turno alla procura di Siena per una presunta violenza sessuale di gruppo. E arrivano al 27 febbraio, quando la pm titolare dell’inchiesta, Serena Menicucci, "presentava richiesta di incidente probatorio al gip diretta all’assunzione della testimonianza della persona offesa". Firmata dal procuratore della Repubblica di Siena, Andrea Boni, è una risposta diretta e, a tratti, dura, alle accuse di "inerzia" mosse alla procura dall’avvocato della campionessa di scherma della nazionale uzbeka, che ha denunciato una violenza sessuale di gruppo. Avvenuta nella notte tra il 4 e il 5 agosto in una camera d’albergo a Chianciano Terme. Con due atleti azzurri juniores indagati per stupro di gruppo, con l’aggravante dell’uso di alcolici e stupefacenti.
"La procura della Repubblica, nel corso di tutte le indagini, ha valutato di non procedere con richiesta di applicazione di misura cautelare nei confronti degli indagati non ravvisandone i presupposti, decisione della quale se ne assume ogni responsabilità e in relazione alla quale è pronta a dare ogni e qualsiasi spiegazione nelle opportune sedi" è l’epilogo del procuratore di Siena. Accompagnato da "la procura respinge fermamente le accuse di inerzia pubblicamente mosse e di inosservanza delle nome in materia di ’codice rosso’".
Le date vengono riassunte con dovizia di particolari dalla procura. Il 5 agosto, appena dopo la denuncia, il pm Menicucci sequestrava i due telefoni cellulari degli atleti indagati e ascoltava, come testimoni, 6 persone di nazionalità italiana e due di nazionalità tedesca, con l’aiuto di un interprete. Verificava anche l’esistenza di telecamere di sorveglianza, per trovare video e immagini utili. Il 7 agosto il deposito delle notizie di reato provenienti dagli organi di polizia giudiziaria (carabinieri di Chianciano e squadra mobile di Roma), l’iscrizione nel registro degli indagati dei due maggiorenni con l’ipotesi di reato di cui agli articoli 609 octies e ter del codice penale: violenza sessuale di gruppo, con l’aggravante dell’uso di alcolici, narcotici o stupefacenti. Il 9 agosto, come disposto dal ’codice rosso’, "la presunta persona offesa veniva ascoltata dalla squadra mobile di Roma, delegata dalla procura. Testimonianza alla presenza di un interprete, di un’esperta in psicologia e integralmente videoregistrata".
Altre risposte alle critiche dell’avvocato della ragazza, la consegna il 4 dicembre delle deposizioni delle 13 persone informate sui fatti, interrogate dagli inquirenti. Fino al 20 febbraio, alla conclusione delle indagini e al 27 con la richiesta di incidente probatorio per la testimonianza della campionessa che ha denunciato lo stupro di gruppo, al vaglio del gip a Siena. Tra procura e Federazione italiana scherma ci sono stati contatti plurimi, tutti accompagnati dall’impossibilità di comunicazioni formali, viste le indagini in corso. "Mi rende molto perplesso che la procura di Siena non abbia ritenuto necessaria l’applicazione delle misure cautelari nei confronti degli indagati come più volte ho richiesto" è la reazione dell’avvocato Luciano Guidarelli, legale della schermitrice minorenne che ha denunciato la violenza.