PAOLA TOMASSONI
Cronaca

Scienze bancarie: "Il corso apripista con oltre 4mila iscritti. Venivano da tutt’Italia"

Negli anni ’70 nasceva all’Università di Siena la prima facoltà che preparava manager ed economisti per lavorare nella finanza. Banca Mps riservava ai senesi una parte delle assunzioni.

Negli anni ’70 nasceva all’Università di Siena la prima facoltà che preparava manager ed economisti per lavorare nella finanza. Banca Mps riservava ai senesi una parte delle assunzioni.

Negli anni ’70 nasceva all’Università di Siena la prima facoltà che preparava manager ed economisti per lavorare nella finanza. Banca Mps riservava ai senesi una parte delle assunzioni.

La scalata tentata da Mps a Mediobanca ha i suoi effetti, a partire dall’attrattiva sul fronte occupazionale per i giovani, che tornano a guardare a Rocca Salimbeni. In una città dove da sempre tutto ruota attorno alla Banca e non è casuale che l’Università di Siena negli anni ‘70 del secolo scorso abbia proposto il corso di laurea in Scienze economiche e bancarie, il primo in Italia. Per Scienze bancarie venivano a studiare a Siena da tutta Italia e da qui sono usciti tanti manager della finanza ed economisti di oggi, tra gli atri il professor Carlo Cottarelli, Alfredo Pallini direttore del Fondo interbancario e già dg della Banca Popolare di Spoleto, Lucio De Gasperis ad di Mediolanum gestione Fondi e anche due degli ultimi tre rettori di Unisi, Angelo Riccaboni e Roberto Di Pietra. "Negli anni clou avevamo 4mila iscritti, un migliaio di immatricolati l’anno, per 4 anni di corso di laurea. Oggi, con il nuovo ordinamento, la denominazione è sempre Scienze economiche e bancarie ma è una laurea triennale e abbiamo un centinaio di immatricolati", dice il professor Ruggero Bertelli, docente ed ex presidente del Comitato della didattica del corso di laurea.

Professore, quale era il contesto degli inizi? "La sede, oggi in San Francesco, era in via del Capitano. L’allora Facoltà di Scienze economiche e bancarie, nata nel 1966, ha avuto come fondatore l’aziendalista Guido Ponzanelli e Riparbelli. L’ecosistema Siena con la Banca più antica del mondo ha senz’altro favorito la nascita dell’allora unico e innovativo corso di laurea interdisciplinare che poggiava su tre gambe: quella economica, quella statistica e la bancaria. Su questi tre pilastri è nata l’idea del corso di laurea che preparasse a lavorare nel sistema bancario. Non c’era un rapporto diretto, un legame fra Facoltà e Banca in termini di placement: io stesso mi sono laureato negli anni ’80 e appena laureato ho ricevuto 5 lettere da banche che volevano conoscermi. Mps invece assumeva con concorsi pubblici. Il legame della Banca era con la città e una parte delle assunzioni era riservata a senesi. Per questo dico che il corso di laurea è nato nell’ecosistema Siena, di cui faceva parte la Banca e in un ateneo in cui il professor Franco Belli insegnava diritto pubblico dell’economia, si studiava la legislazione bancaria dal punto di vista economico-giuridico".

Oggi il contesto è diverso? "Uscendo da Scienze bancarie trovavi subito lavoro. Oggi certo gli iscritti sono molti meno, del resto ci sono tante sedi universitarie con questo indirizzo di studio e vanno sempre di più i corsi in inglese. Dall’altra parte il sistema bancario è andato in crisi negli anni 2007 e 2008 e nel 2015 ci sono state difficoltà del mondo del credito legate agli interessi. Fatto sta che usare il termine banca o bancario per un corso di studio non era più così appagante e anche noi in Unisi abbiamo aperto una riflessione se fosse opportuno cambiare la denominazione. La vecchia scuola ha resistito e il nome del corso è rimasto lo stesso".

E ora si presume possa tornare anche ad attrarre? "Oggi le banche sono tornate aziende sane, assumono e anche l’ecosistema senese può tornare ad essere interessante, così come la nostra triennale Scienze economiche e bancarie".

Paola Tomassoni