REDAZIONE SIENA

"Scopi diversi dietro quei 101 franchi tiratori Momento amaro, mi dimisi da presidente del Pd"

Chi erano i 101 franchi tiratori che bloccarono l’ascesa di Prodi al Quirinale?

"Diversi gruppi politici, diversi pezzi del Pd, che avevano una convergenza d’interessi. Quell’operazione aveva vari scopi: il primo era fermare Prodi, il secondo mettere in crisi la dirigenza del Pd e la segreteria Bersani".

Della quale lei faceva parte, era presidente del partito...

"A riprova che quella vicenda fu condotta male dalla dirigenza del Pd, c’è anche il fatto che ero presidente ma non mi fecero mai partecipare alla cabina di regia. Per questo un minuto dopo la bocciatura di Prodi, ci furono le mie dimissioni da presidente del partito, contro i 101 franchi tiratori".

Fu la conseguenza più amara per lei?

"L’amarezza maggiore fu che il Parlamento dette prova di grande debolezza. E l’aver bruciato due candidature di alto profilo, Marini e Prodi. L’operazione fece male al Paese in quel momento. E’ frustrante vedere che si usa il momento più alto della vita della Repubblica per consumare vendette personali e di partito, con comportamenti politici scorretti. L’unico effetto positivo fu il larghissimo consenso sul mandato bis di Napolitano".