Scuola Tutti in classe ma mancano insegnanti

Cassanelli, Flc Cgil: "Le immissioni in ruolo dovevano finire il 31 agosto, ma sono iniziate un mese dopo. Supplenti ancora da chiamare"

Scuola Tutti in classe ma mancano insegnanti

L’assegnazione delle cattedre ai supplenti è ancora in corso

A due settimane dalla prima campanella a scuola – lunedì 16 settembre – l’Ufficio scolastico è al lavoro per coprire i posti vacanti in cattedra, così come quelli degli ausiliari: una procedura complessa che si ripete ogni anno e dalla quale purtroppo si esce con inizio delle lezioni senza tanti insegnanti. "Anche quest’anno circa il 25%, uno su quattro dei docenti che andrà in cattedra, avrà un contratto a termine, di supplenza – dice Anna Cassanelli, segretario provinciale Flc Cgil Siena –. Ma c’è anche altro: le operazioni di immissioni in ruolo che dovrebbero essere finite il 31 agosto sono iniziate un mese dopo e il 2 settembre, quando inizia ufficialmente il nuovo anno, ci ritroviamo con le chiamate dei supplenti ancora da fare. E’ atteso domani da parte dell’Ufficio scolastico provinciale l’inizio delle assegnazioni degli incarichi non dati a ruolo. Non si sa perché ma è stato fatto tutto in ritardo, anche il rinnovo delle graduatorie provinciali delle supplenze".

La precarietà di una scuola tenuta in piedi da supplenti e lezioni che ripartiranno con tante assenze in cattedra, laddove non ci sono docenti già immessi, alla faccia della continuità che dovrebbe essere la regola alla base del rapporto didattico fra studente e insegnante. "Alla precarietà cronica della scuola italiana va a sommarsi quest’anno la decisione del ministero dell’Istruzione che ha accantonato incarichi di ruolo, mille in Toscana, da assegnare con futuri concorsi ancora da bandire – prosegue Cassanelli –: fino al 15 dicembre continueranno le immissioni in ruolo, ovvero ci saranno classi che si ritroveranno a cambiare insegnante dopo tre mesi dal via. E’ uno scandalo la gestione della scuola con personale che si avvicenda durante l’anno e non solo da un anno all’altro di un percorso pluriennale di studi". E sulle aree di lavoro più precarie: "Difficoltà cronica è nella scuola primaria – dice la sindacalista –, poi nel sostegno: di fronte a certificazioni in aumento, gli specialisti non sono nelle graduatorie e le scuole sono costrette a far ricorso a personale non specifico. E tutto quello che è stato detto per i docenti vale anche per il personale Ata: sono assunti ausiliari, tecnici e amministrativi pari a un terzo di quelli necessari, vuol dire che per due terzi di queste figure essenziali non esiste continuità lavorativa".

Discorso a parte quello dei dirigenti scolastici, con concorso ordinario ancora da terminare e la sospensiva del Tribunale che non consente nuove nomine: nella nostra provincia 11 scuole saranno date in reggenza a un preside che ha già un altro istituto da dirigere.

Paola Tomassoni