
La parola di Dante, tra Instagram, Facebook e siti web. Non solo convegni e pubblicazioni, l’itinerario composto dalle tante iniziative per celebrare Dante Alighieri nel settimo centenario della sua morte passa anche attraverso i nuovi media e le nuove forme di divulgazione. Quello che sta accadendo attorno al Vocabolario Dantesco ne è un chiaro esempio.
Niente tomi voluminosi o aule austere, per questa iniziativa che è nata, si è sviluppata e si trova tuttora completamente online, consultabile liberamente (e quindi, gratuitamente) all’indirizzo www.vocabolariodantesco.it, come spiega Chiara Murru, assegnista all’Università per Stranieri di Siena e collaboratrice dell’Accademia della Crusca, che è uno dei cinque redattori che se ne occupano: "È progetto lessicografico, destinato ad accogliere tutto il patrimonio lessicale delle opere di Dante, che si è strutturato online, permettendo così possibili collegamenti ad altri strumenti di studio che in questo modo riescono a dialogare tra loro e quindi con la lingua di Dante".
Perché è così importante, oggi, leggere Dante?
"È fondamentale. Tullio De Mauro ha dimostrato che il 15 per cento del nostro lessico di oggi deriva da Dante. Quando scrive la Commedia il mondo della scrittura è ancora dominato dal latino. La scelta di scriverla in volgare si può definire rivoluzionaria. È grazie alla Commedia che la lingua volgare diventa una lingua capace di dire tutto. Nello straordinario viaggio dantesco, il volgare è chiamato a descrivere il mondo umano e il mondo divino. Questo richiede pluralità di stili, di parole. Un lessico. Ed è questa la scelta che ha determinato la nostra storia linguistica. La lingua che scriviamo e parliamo oggi".
Facciamo un esempio?
"La parola ‘facile’. Deriva dal latino ‘facilis’, ma prima di Dante si usava la parola ‘agevole’. Se oggi usiamo ‘facile’ è perché lui l’ha usata. Oppure ‘bolgia’, un francesismo che originariamente significava ‘borsa’ e che se oggi lo usiamo con un altro significato è per via della ‘bolgia infernale’ di cui parla Dante. Neologismi, slittamenti semantici. Una lingua viva".
Altra iniziativa della Crusca è ‘La parola di Dante’. Di cosa si tratta?
"È un’idea che andrà avanti per tutto l’anno dantesco, alla quale collaborano accademici e studiosi. Ognuno sceglie una parola o un’espressione, la descrive e la spiega. L’obiettivo è quello di far conoscere ogni giorno qualcosa in più della Commedia attraverso i media di oggi, dal sito dell’Accademia ai suoi account Instagram e Facebook".
Riccardo Bruni