
Sempre Nomadi, ancora ’Cartoline’ dalla Fortezza
SIENA
Per la quarta volta nella loro eterna storia, da un lontano ballo studentesco del 1967, il gruppo dei Nomadi si esibisce a Siena, ospiti questa sera (ore 21,30) alla Fortezza Medicea, della prima edizione del Siena Summer Festival. Sessant’anni di attività per uno dei complessi dell’era beat, che si è saputo adattare con immutata coerenza ai nuovi linguaggi, con sempre tanto impegno e voglia di divertire. Gli attuali componenti sono lo ’storico’ Beppe Carletti alle tastiere, Ciro Falzone alle chitarre, Daniele Campani alla batteria, Massimo Vecchi al basso, Sergio Reggioli al violino e percussioni, mentre la voce solista è Yuri Cilloni. Più che un gruppo musicale i Nomadi sono un’idea, una filosofia di vita, un mondo a parte.
Non per niente hanno un pubblico che li segue un po’ ovunque, fatto di uno zoccolo duro che ama il loro primo stile, con la ripresa di ’The revolution kind’ di Sonny Bono che diventa l’inno beat ’Come potete giudicar’, agli anni della valorizzazione del cantautorato famoso (Guccini) e quello meno conosciuto con l’album ’Noi ci saremo’, fino alla scomparsa della voce ed anima Augusto Daolio, ma anche di musicisti di rango come Dante Pergreffi. Finito il tempo di Danilo Sacco, adesso sono (eternamente) in tour con l’ultimo album ’Cartoline da qui’, proseguendo l’acustica e coinvolgente volontà di mostrare altri sud del mondo, al grido di una sempre più difficile uguaglianza.
A Siena ricordiamo, sempre nella Fortezza Medicea, una travolgente esibizione nel 1989 per la rassegna ’Siena Verde’. Sono quindi casa anche qui, ma del resto lo sono un po’ ovunque, con il loro smisurato repertorio che veleggia fra sei decenni e che ha del resto brani irrinunciabili come ’Dio è morto’ e ’Io vagabondo’, ma anche cose molto più recenti, già patrimonio collettivo di una certa umanità. Pubblico di ogni generazione, del resto molti giovani apprezzano la loro sanguigna coerenza, quel non rinnovarsi a tutti i costi, ma ascoltando anche le nuove esigenze timbriche e sociali.
Ognuno di noi ha un periodo-Nomadi a cui è affezionato: chi preferisce il cantautorato d’autore di ’I Nomadi cantano Guccini’, chi gli accenni prog di ’Un giorno insieme’, chi i colori della terra di ’Naracauli e altre storie’, oppure i sapori anche amari del mondo in ’Allo specchio’. Comunque, sempre Nomadi.
Massimo Biliorsi