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Separazione delle carriere: "La protesta dei magistrati? No ad agitatori con la toga"

L’onorevole Francesco Michelotti (Fdi) relatore alla Camera del disegno di riforma costituzionale "Sarò all’inaugurazione dell’anno giudiziario sabato mattina a Firenze", annuncia .

Un momento dell’intervento del ministro Carlo Nordio a Siena dedicato alla funzione della pena e ai percorsi di risocializzazione

Un momento dell’intervento del ministro Carlo Nordio a Siena dedicato alla funzione della pena e ai percorsi di risocializzazione

di Laura Valdesi

SIENA

"Strumentalizzare la Costituzione per inscenare una protesta politica durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario è una grave sgrammaticura da parte di chi dovrebbe difendere l’imparzialità della giustizia". E ancora: "La riforma non sottopone in alcun modo il pubblico ministero all’esecutivo e il sorteggio per i membri dei due Csm pone un serio argine al correntismo giudiziario. Basta processi alle intenzioni. L’Italia ha bisogno di magistrati al servizio dei cittadini, non di agitatori con toga e coccarda". Forti le parole dell’onorevole di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti, relatore alla Camera del disegno di legge costituzionale che introduce la separazione delle carriere di magistrati requirenti e giudicanti, che ha ricevuto il primo via libera a Montecitorio il 16 gennaio scorso.

Onorevole Michelotti, è stato relatore di una delle riforme più discusse e importanti del Paese.

"Oltre a me c’erano altri due relatori, uno di Forza Italia e l’altro della Lega. Essendo Fratelli d’Italia il partito di maggioranza è chiaro che per me è stato un compito importante. Lusingato che il partito mi abbia designato a ciò, ho avuto anche interlocuzioni con il ministro Carlo Nordio per preparare il lavoro. Che ritengo importante ed accurato".

Una bella responsabilità.

"Che ho affrontato con piacere e il solito senso del dovere. All’esito dell’attività svolta sto registrando segnali di grande consenso in maniera trasversale. Solo parte dell’opposizione, Pd e 5 stelle hanno avversato nettamente la riforma, con l’Associazione nazionale magistrati (Anm). Ma viene chiesta dai cittadini, l’avevamo nel programma elettorale. Stiamo facendo quello per cui siamo stati votati, nessuno usurpa il potere di nessuno. Di essa si parla da 30 anni, un cavallo di battaglia delle Camere penali. Una riforma che va a migliorare l’assetto costituzionale della giustizia".

Per l’inaugurazione dell’anno giudiziario i magistrati usciranno dall’aula quando parlerà il ministro o un suo delegato, con tanto di astensione il 27 febbraio.

"Parteciperò sabato mattina all’inaugurazione a Firenze. Un momento solenne che, a mio avviso, riguarda tutti gli addetti ai lavori. Che si usi per una protesta di una parte della magistratura, non credo che tutti siano d’accordo contro la riforma, secondo me è grave dal punto di vista del metodo. I magistrati devono capire che non sono i sorveglianti etici del Governo Meloni. Ma dipendenti dello Stato chiamati ad applicare le leggi".

Il pm non viene sottoposto all’esecutivo?

"Solo fake news, così come l’affermazione che viene minata l’indipendenza della magistratura. Tutto falso, basta leggere il testo di riforma per capire che non accadrà niente di ciò. Ci sarà solo una netta divisione fra chi fa una carriera da giudice e chi da pubblico ministero. Si garantiscono terzietà e imparzialità".

Questione correnti: la riforma punta in realtà ad eliminarle in magistratura.

"Uno degli scopi principali è debellare il correntismo che tanto male ha fatto alla magistratura e ai cittadini. Con le correnti i magistrati non venivano promossi in base al merito ma all’appartenenza ad esse. La riforma tutela proprio quei magistrati che non vogliono farne parte, che sono bravi ma restano nelle retrovie perché non schierati".

Michelotti ha condiviso la dedica di Forza Italia a Berlusconi?

"Ogni partito ha le sue sensibilità. Noi abbiamo detto semplicemente che questa è una riforma che il Paese ci ha chiesto e si aspetta da noi. Più che Berlusconi ho citato il giudice Livatino. Sono tanti, inoltre, che hanno scritto in questi anni sulla necessità di separare le carriere, di avere una terzietà effettiva del giudice, di sorteggiare i componenti del Csm. Noi non l’abbiamo fatta per omaggiare Berlusconi, quanto perché esiste un problema della giustizia che va risolto".