C’è un serpente, lungo 90 centimetri, crestato e barbato come quello a tre teste affrescato nella Tomba della Quadriga di Sarteano o simile a quello ‘agatodemone’ (demone buono) dipinto nelle botteghe di Pompei, segno di buon auspicio e fertilità. C’è un corpo maschile statuario di eccezionale fattura che un certo Gaio Roscio, nel I secolo a.C. donò alla Fonte calda (Flere Havens), la vera e la più importante divinità osannata nel Santuario. Con la precisione di un taglio chirurgico, che corre dal collo ai genitali, alla fonte, come dono, si dedicò quella metà del corpo che forse era stata sanata, secondo una tradizione che tanta fortuna aveva avuto nell’Italia antica già dal IV secolo a.C., ma sempre in terracotta, mai in bronzo. Ed ancora la statua di un bimbo, forgiata sul finire del II secolo a.C. La veste è elegantissima, chiusa da una ricca cinta decorata con un fiocco sulla schiena. La lunga dedica in etrusco sulla gamba restituisce per la prima volta sul bronzo il nome di Chiusi, l’antica Cleusi, che è anche forse un’allusione sacra al dio Chiusino, destinatario dell’offerta. Ma l’elemento che forse colpisce ancora di più è la palla racchiusa nella mano sinistra. La palla si muove, ancora oggi. L’artista che lo ha forgiato voleva rendere il movimento, così ha fuso prima il braccio, poi ha messo la palla e poi ha di nuovo fuso il braccio sul corpo del bimbo. E la palla ruota ieri come oggi, forse per trasformare quel movimento in un rito augurale. Ed ancora centinaia di uova, presumibilmente di gallina, alcune perfettamente intatte. ‘Emanano un fortissimo odore’ raccontano gli archeologi ma il fatto che si siano mantenute fino ai giorni nostri, protette dalle acque calde, fa davvero impressione. Così come le pigne, altro segno di fertilità e alcuni frammenti di legno. E non è finita qui. Una straordinaria lamina in bronzo, con una fitta iscrizione in latino e al centro disegnate due mani destre che si stringono. E’ il patto di matrimonio di un importante membro dell’entourage dell’imperatore Claudio. E’ molto difficile pensare alle scoperte del ‘Santuario Ritrovato’ come ad un unicum. La bellezza sta nella diversità e anche la campagna scavi 2024 lo ha dimostrato.
A raccontare la parte scientifica, ieri, e’ stato il professor Jacopo Tabolli dell’università per gli stranieri di Siena insieme al direttore dello scavo Emanuele Mariotti e alla funzionaria della Soprintendenza di Siena, Arezzo e Grosseto Ada Salvi. Loro sono le voci e la forza di questo incredibile scavo nel sito del bagno Grande. Qui, a partire dal III secolo a.C. gli Etruschi inaugurarono un luogo di culto, ai confini meridionali della città-stato di ‘Cleusi’, Chiusi. Le offerte in bronzo popolavano l’interno di un grande recinto, emerso quest’anno dagli scavi, costruito attorno ad una vasca antica di potenti blocchi di travertino. Cosa avvenisse qui 2300 anni fa certamente non lo possiamo sapere. Eppure, le scoperte sensazionali avvenute la scorsa estate hanno restituito nuovi e incredibili segni del passato sacro di San Casciano dei Bagni.