"I dati sull’imprenditoria femminile in provincia di Siena evidenziano un andamento tutto sommato positivo – ha commentato Giolisca Brogi, titolare del Forno Ravacciano di Siena e vicepresidente del comitato Imprenditoria femminile della Camera di Commercio Arezzo-Grosseto-Siena –. I risultati potrebbero essere migliori, ma sono positivi e incoraggianti, specialmente considerando in generale l’andamento nazionale, contraddistinto da numerose attività in chiusura. Direi che l’imprenditoria femminile, a Siena e non solo, si difende abbastanza bene".
Per fare in modo che negli anni il trend dell’imprenditoria femminile in provincia migliori sempre di più uno dei fronti su cui intervenire massicciamente è la formazione, scolastica ma soprattutto culturale. "Bisognerebbe riuscire ad aprire un canale con le scuole superiori, ci stiamo lavorando – ha spiegato Brogi –. Uscendo dalle superiori, le ragazze, molto più facilmente dei ragazzi, scelgono di proseguire gli studi, e sono sempre le ragazze a frequentare gli istituti secondari meno professionalizzanti. Questo potrebbe essere dovuto a dei paradigmi culturali che dobbiamo cambiare, perché una studentessa deve sapere che finita la scuola, se volesse, potrebbe diventare un’imprenditrice tanto quanto un’universitaria".
Una volta scelta la carriera da imprenditrice però, le sfide che deve affrontare una donna sono diverse da quelle che deve fronteggiare un uomo. "La vita imprenditrice donna è impegnativa. Per me, che ne ho due, è come avere un terzo figlio – ha detto Brogi –. È difficile dividersi fra famiglia e lavoro, ed essere imprenditrice è un’attività che occupa almeno il sessanta, settanta percento delle giornate. È come avere un figlio piccolo".
E.R.