Estorsione e violenza sessuale su una giovane. Avrebbe preteso prestazioni, anche se non un rapporto completo, da lei per non divulgare il video hot che la riguardava. Il ragazzo, un 25enne che abita nella nostra città, aveva chiesto di essere giudicato con rito abbreviato davanti al gup Chiara Minerva. Seduto ieri accanto agli avvocati Alessandro Betti e Paolo Ridolfi che lo difendevano, non ha fatto una grinza mentre ascoltava il pm Serena Menicucci ricostruire il presunto ricatto a luci rosse e le prestazioni sessuali pretese affinché nessuno dei suoi cari avesse il filmato che la ritraeva mentre compiva atti sessuali con un altro. Palpabile la tensione, anche se l’udienza si è svolta a porte chiuse. E comprensibile l’emozione dell’imputato nel momento in cui, dopo una breve camera di consiglio, il gup Minerva a mezzogiorno è tornata in aula per la sentenza: assolto perché il fatto non sussiste facendo riferimento al secondo comma secondo cui il giudice "pronuncia sentenza di assoluzione anche quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste". La procura aveva chiesto la condanna a più di 4 anni. "La difesa è contenta del risultato ottenuto – commenta a caldo l’avvocato Betti – e di aver potuto dimostrare che le prove contenute nel fascicolo erano contradditorie ed incongruenti fra di loro".
Un’estorsione consumata, una tentata e tre violenze sessuali collegate alla richiesta di denaro il ’pacchetto’ accusatorio da far tremare i polsi. Fra il 2019 e il febbraio 2022, così era stata ricostruita la vicenda, il 25enne aveva costretto la parte offesa a consegnarli complessivamente mille euro. La prima volta 100, 300 la seconda e 600 quella seguente . Il motivo della richiesta? Minacciava di raccontare al fidanzato della ragazza e anche ai suoi familiari, come detto, del filmato. Un video nel quale stava facendo sesso con un altro. O sborsava il denaro per avere il suo silenzio. Oppure doveva ’pagare’ in prestazioni a luci rosse. Che, secondo gli investigatori, ci sarebbero state tra gennaio 2020 ed il novembre 2021. Come pure la consegna di denaro. Finché l’uomo avrebbe superato il limite chiedendo 500 euro per mantenere ancora il silenzio su quel video. L’aveva contattata su Instagram scrivendo che doveva consegnargli 300 euro in contanti subito oppure 500 nel giro di tre giorni definendo il denaro con la parola "torte" Oppure doveva incontrarlo. Ma nel febbraio 2022 la giovane aveva detto basta trovando il coraggio di raccontare tutto alle forze dell’ordine. Di qui l’inchiesta e il processo che ha portato ieri all’assoluzione per il 25enne. La fine di un incubo.
Laura Valdesi