Panico da consumo di vino in seguito alle nuove norme del Codice della Strada. C’è chi rinuncia alla bottiglia al ristorante con gli amici e chi nomina nel gruppo il guidatore astemio. Il settore parla di ennesimo attacco al vino. La sicurezza è fondamentale ma è anche in atto una campagna caratterizzata da allarmismi fuorvianti e poca chiarezza su come sono davvero cambiate le norme.
"L’impatto mediatico è forte ed ha funzionato se la guardiamo dal punto di vista delle norme del Codice della Strada – commenta Alessandro Gallo, enologo e Direttore di Castello d’Albola, a Radda in Chianti -. E’ però importante ricordare che le soglie di consumo non sono cambiate e che il settore vino fa campagne sul bere consapevole da anni. Nessuno di noi spinge per bere in modo rischioso, specie se poi c’è da mettersi alla guida. Ma il bicchiere di vino bevuto con consapevolezza non impedisce di guidare con sicurezza per sé e per gli altri".
Che impatto state registrando sui consumi?
"Da operatore del settore spiace che si stia parlando esclusivamente di vino, che viene consumato in accompagnamento ad un pasto completo. Non si parla affatto di super alcoolici o altre bevande spiritose che, spesso bevute lontane dai pasti, hanno un impatto ben diverso sull’organismo, con maggiori rischi di ebbrezza. Alcuni ristoratori mi hanno raccontato che la notte di Capodanno alcuni loro clienti hanno rinunciato al brindisi di mezzanotte con lo spumante per non rischiare ripercussioni. Mi pare un allarmismo eccessivo".
Avete già pensato a nuove pratiche per contrastare il fenomeno?
"Proprio in questi giorni festeggio i 20 anni di lavoro a Castello d’Albola: accogliamo migliaia di enoturisti ogni anno e non ho mai visto nessuno concludere una degustazione ubriaco. Anche per evitare il rischio che un settore importante per l’economia del territorio possa avere ripercussioni significative, è importante sottolineare che l’enoturismo si basa su di un approccio consapevole e moderato al vino, contemplando l’abbinamento con il cibo e in un ambito di esperienze più ampie che consentono, eventualmente, di smaltire quella possibile leggera ebrezza. Sicuramente dovremmo reagire, individuando proposte nuove: alcuni ristoranti si stanno già dotando di etilometri per fare il test prima di mettersi alla guida".
Il territorio cosa può fare per accogliere le esigenze delle cantine e degli operatori?
"Il concetto di driver può rappresentare un’idea da far crescere anche in un territorio come il Chianti, offrendo servizi di trasporto dedicato da parte di una struttura come la nostra o alberghi. Noi ad Albola mettiamo a disposizione, già da tempo, mini van se c’è il desiderio di evitare qualsiasi rischio".
I vini dealcolati possono essere una soluzione?
"L’argomento nel panorama nazionale ed internazionale va preso in seria considerazione, perché il consumo del vino sta diminuendo a livello globale per tanti fattori. In un territorio come il nostro credo che potrebbe essere utile parlare di più di vini a basso contenuto alcoolico".