Festa in Duomo domani alle 11 con solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Augusto Paolo Lojudice per ricordare la beata protettrice di San Gimignano Santa Fina ‘delle viole’. Salita al cielo il 12 marzo 1253 a 15 anni dopo lunga penitenza fra sofferenze e preghiere durata 5 anni per chiedere e supplicare la fine delle battaglie medievali e la pace nel mondo. Così la fanciulla di San Gimignano è ricordata nella storia dal popolo delle torri. Che di queste preghiere di pace ce ne sarebbe bisogno in questo triste momento per il popolo ucraino invaso e aggredito dalla Russia con distruzioni e morte. La beata Fina dentro le mura è ricordata anche per una ‘miracolosa fiorita’ apparsa fra le torri e sulle mura dal giorno della sua morte di profumati fiori gialli che ogni anno e nello stesso periodo tornano puntuali a fiorire che il popolo di San Gimignano chiamò ‘il miracolo di Santa Fina’. La storia. Di questa fanciulla rimasta distesa sopra la tavola di quercia nella cantina di casa dietro piazza Cisterna fra preghiera e penitenza, dopo la sua sofferta morte il popolo di San Gimignano per affetto e devozione fece costruire a proprie spese sia l’ospedale Santa Fina e fra le navate del duomo la suggestiva cappella. Alla fine della celebrazione alla presenza delle autorità e la delegazione del Comune e Gonfalone guidata dal sindaco Andrea Marrucci, il cardinale Lojudice accompagnato dai sacerdoti della pastorale con il parroco don Lanini, impartirà la solenne benedizione dalle due porte del Duomo.
Romano Francardelli