"Non ho mai nascosto di essere massone, la mia appartenenza alla Loggia Montaperti di Siena, che ho anche guidato per un periodo, data da circa 20 anni fa. Sono amico del Gran maestro del Grande oriente d’Italia, Stefano Bisi, e ho avuto occasione di partecipare ad altri eventi massonici negli Stati Uniti, con l’Italian Lodge di Washington. Un’appartenenza di cui vado fiero". Emanuele Montomoli, candidato a sindaco per la coalizione di centrodestra, imprenditore, docente universitario e presidente del Costone, disinnesca così il primo attacco, via social, che rimanda a polemiche e veleni di 30 anni fa sulle campagne elettorali i a Siena.
E’ stato un post firmato Idee in Comune, il blog dell’avvocato Luciano Peccianti, a parlare di "partiti di destra a supporto della massoneria senese". Ricordando un’iniziativa del marzo 2020, con una relazione nella Casa Massonica della Valdelsa sui vaccini, tenuta "dal fratello Emanuele Montomoli" .
Il flashback su quello che accadde nel 1993 a Siena, con le false liste massoniche pubblicate da Il Cittadino, polpetta avvelenata nella faida interna al Pds, tra la corrente dell’allora sindaco Pierluigi Piccini e quella dell’ex rettore Luigi Berlinguer, è durato un attimo. Quelle false liste finirono in tribunale a Bologna, il processo portò a diverse condanne e al pagamento dei danni dei diffamati.
Oggi Emanuele Montomoli neutralizza la potenziale mina nella campagna elettorale, ammettendo con orgoglio la sua appartenenza alla loggia massonica. "Vorrei fare il sindaco - ha aggiunto - avendo come modelli Canzio Vannini a Siena, Lando Conti a Firenze e Ernesto Nathan a Roma. Quando si aprirono i templi massonici ai cittadini - racconta Montomoli - io spiegai cosa eravamo e cosa facevamo. L’associazionismo andrebbe valorizzato, a mio avviso l’alta astensione è frutto anche del fatto che in pochi si riconoscono nei partiti. Io sono fiero della mia appartenenza al Lions, al Costone, alla Massoneria. Resterò alla Loggia Montaperti, non mi metterò in sonno o, come hanno fatto altri, emigrerò in logge straniere".
Pino Di Blasio