Siena, 15 maggio 2024 – Parole da Gaza. Oggi alle 17, nell’aula magna Virginia Woolf dell’Università per Stranieri, la prima nazionale di ‘Gaza ora: messages from a dear friend’, la versione in lingua italiana del progetto di Ruth Lass e Jonathan Chadwick, prodotto da Az Theatre di Londra, che porterà in scena le letture delle testimonianze di Hossam al-Madhoun, regista e produttore teatrale di Theatre for Everybody a Gaza. Resoconti diretti e testimonianze degli ultimi sei mesi, un evento pensato per portare lo spettatore dentro la città assediata, nella quotidianità di chi non ha più una vita. Messaggi inviati tra blackout e colpi di mortaio, testimonianza diretta di evacuazioni forzate e famiglie sotto assedio.
«Il filo rosso è la vicenda di Hossam – spiegano dall’Università – che, separato dalla figlia che studia a Beirut, deve affrontare l’imprevedibile quotidiano insieme alla moglie e all’anziana madre, portando il pubblico in quel lembo di terra dove, ora, si consuma la distruzione d’un popolo". I testi, tradotti in italiano, sono letti e interpretati da gruppi di artisti di diverse provenienze. Dopo la prima nazionale a Siena, l’evento si sposterà in altre città, Bologna, Firenze, Napoli, Roma, Genova e Milano.
«Sarà una lettura collettiva – anticipa il rettore dell’Università per Stranieri, Tomaso Montanari – che nasce dalla collaborazione tra teatro un inglese e un teatro di Gaza, che ovviamente non esiste più". "L’Università – prosegue il rettore – si schiera con le vittime, con chi è aggredito. Quello che accade a Gaza è una rappresaglia inaudita, in cui si uccidono donne e bambini. Quello che accade oggi ha proporzioni inaccettabili, perché è una punizione collettiva, la cosa più atroce di tutte. Su questo l’Università si mobilita".
Per il 12 giugno è poi attesa all’Unistrasi la giornalista palestinese Rula Jebreal, a parlare in prima persona del dramma che sta affrontando il suo popolo. "Nella nostre aule – prosegue Montanari – abbiamo studenti israeliani e palestinesi, così come abbiamo studenti ucraini e russi. Siamo una terra di incontro. È questo che deve essere una Università. Ed è per questo motivo che non abbiamo intenzione di interrompere i rapporti con l’Università israeliana". Nessun rapporto invece con il governo e l’esercito israeliano. "Smentisco nel modo più assoluto – conclude il rettore, replicando a quanto sostenuto dal Comitato Palestina Siena nei giorni scorsi – qualsiasi partecipazione a esercitazioni con le forze militari israeliane. L’operazione Mare Aperto è stata una delle poche a portare aiuti umanitari a Gaza. I toni che usate rendono un incontro del tutto impossibile".