"Siamo uniti per chiedere verità". La comunità latinoamericana si stringe alla famiglia nel dolore

Ritrovo in un bar del centro per lanciare una raccolta di contributi

"Siamo uniti per chiedere verità". La comunità latinoamericana si stringe alla famiglia nel dolore

La foto della piccola Camilla, pubblicata sul profilo di Beatriz Zapata che ha lanciato l’appello

Due amiche di famiglia sono sedute al tavolo del bar Bibò, a due passi da piazza del Campo: una è Beatriz Zapata, è stata lei a diffondere l’appello via social, intitolato "Oggi la comunità dominicana è in lutto", per ritrovarsi e lanciare una raccolta fondi a favore della famiglia colpita dal lutto per la perdita della piccola Camilla. Arrivano il fratello della madre, tanti amici che fanno parte della composita comunità latinoamericana che è abituata a ritrovarsi per ben altri eventi. Questa volta c’è da piangere una bambina e da aiutare una famiglia.

"Oggi siamo tutti qui riuniti per chiedere la verità, solo questo vogliamo dire", si limita a dire lo zio di Camilla affiancato da tutti gli altri. Con un’inchiesta aperta, è il consiglio del legale, meglio contenere le parole, anche se qui si capisce senza bisogno di approfondire troppo che ci si aspetta chiarezza dall’inchiesta della procura di Repubblica su tutti i passaggi che hanno riguardato gli accessi all’ospedale. Si poteva fare di più per salvare la vita di Camilla?

È la domanda che rimbalza con forza, tra gli abbracci e gli occhi lucidi di questi uomini e queste donne che sentono forte il legame di una comunità coesa e abituata a ritrovarsi, nei momenti felici come in quelli difficili. Nel post di Beatriz Zapata, destinatari sono "tutti i latini di Siena: vorremmo informali di questo spiacevole fatto, accaduto ai nostri amici per la perdita della loro piccola bambina Camilla: d’accordo con i suoi genitori e i suoi familiari vi chiediamo la collaborazione per contribuire economicamente alla famiglia. Sicuramente è in le braccia di Dio questo angioletto, un grande abbraccio, sentite condoglianze a tutta la sua famiglia e alla comunità dominicana".

I genitori non sono riusciti a essere presenti: troppo fresco e troppo grande il dolore per riuscire a essere insieme a tutti gli altri, per dire parole che possano esprimere l’inesprimibile.

"Non possiamo dire altro, se non che faremo di tutto per aiutare questa famiglia e sostenerla come possiamo", ripetono le donne che al tavolo hanno preparato anche un blocchetto per registrare le donazioni e che hanno comunicato anche l’Iban di un conto corrente su cui far confluire i propri contributi

"In momenti come questi non esistono parole che possano alleviare il dolore di un familiare quando perde una persona cara – commenta un amico di famiglia –, ma se possiamo dare un granello di sabbia, con un aiuto economico fino a dove possibile...". È la ragione di questo ritrovo, anche se forse il senso più profondo è riuscire a condividere un po’ del dolore che tutti provano per una perdita così dolorosa. Ci saranno altre occasioni per stare vicini alla famiglia, con la speranza di riuscire ad avere chiarimenti su quello che è successo e sulle vere cause della morte. Lunedì l’autopsia, disposta dalla procura della Repubblica di Massa, dovrebbe aiutare a diradare le perplessità, affidando ai magistrati l’esito tecnico cui poi seguiranno gli altri accertamenti, a partire da quelli sulle cartelle cliniche, per riuscire a capire se la morte di Camilla è dovuta a una tragica fatalità - con l’ingerimento di una piccola pila, terrore di ogni genitore - oppure se è da ravvisare anche una responsabilità umana su quanto accaduto.

Orlando Pacchiani