LAURA VALDESI
LAURA VALDESI
Cronaca

Bastoni e spranghe nascosti in Fortezza, cresce l’allarme sicurezza a Siena

Comitato per l’ordine pubblico con sindaco e rettore del Magistrato convocato urgentemente dal prefetto Pirrera: due ore per fare il punto. Il questore Angeloni alla riunione dei priori

Gli operai del Comune che tolgono rami e foglie

Gli operai del Comune che tolgono rami e foglie

Siena, 14 aprile 2025 – Siena è sotto choc. Nel giro di cinque giorni tre episodi che l’hanno scossa. Confermando di essere al centro di tensioni finora inesplorate ma presenti nelle grandi città già da lungo tempo. Un segnale inquietante, in verità, era arrivato nel novembre 2023. Quando, come si ricorderà, un egiziano aveva colpito senza ragione con un cacciavite tre pakistani mentre si trovavano al centro di accoglienza di suor Nevia a San Girolamo. E pochi giorni dopo l’aggressione con un coltello karambit, in piazza Gramsci, sempre ad un pakistano. Era finita con l’arresto dello straniero in LOmbardia da parte di carabinieri e polizia, poi la condanna, nel maggio scorso, a 8 anni 10 mesi e 20 giorni per il tentato omicidio del pakistano. L’accusa, per l’altro episodio, era stata di lesioni aggravate.

Cosa è accaduto adesso? Per quale ragione si sono verificati all’improvviso, in neppure una settimana, tre fatti molto gravi? Un aspetto che al vaglio della polizia e di tutte le forze dell’ordine che in questo momento collaborano per uscire dall’impasse. La rissa fra due gruppi in via Pianigiani che si fronteggiavano, questa la testimonianza, nordafricani e pakistani sembra, poi le tensioni in piazza Matteotti davanti alla camera di commercio con il ritrovamento di lunghi coltelli e quindi l’aggresisone dentro al Conad con altri parapiglia. La goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Il prefetto Matilde Pirrera ha convocato subito, ieri alle 10, il Comitato per l’ordine a la sicurezza pubblica. Al tavolo il sindaco Nicoletta Fabio, l’assessore alla polizia locale Enrico Tucci, insieme ai comandanti provinciali di Carabinieri e Finanza, al questore naturalmente. C’era poi il rettore del Magistrato delle Contrade Benedetta Mocenni. E’ sempre stato detto che sono presidio del territorio, sentinelle. C’è grande preoccupazione, da parte di queste ultime. Il priore dell’Istrice Emanuele Squarci, del resto, aveva confermato a La Nazione a fine marzo “che questa situazione crea apprensione”. E ancora non c’era stata la sequenza terribile degli ultimi giorni. Bocche cucite all’uscita dalla riunione, intorno a mezzogiorno. Profilo basso, niente proclami. Soprattutto delicatezza delle questioni di cui si è trattato e sulle quali è stato fatto il punto. Ci sono indagini in corso. E c’è l’impegno, da parte di tutti, affinché diano esito positivo per la tranquillità della città. Ma è chiaro che la presenza fuori dalla prefettura dell’intera giunta, come pure della deputazione del Magistrato al completo, sia un segnale netto. Di allarme, molto forte. Si attendono contromisure incisive. E rapide. “Ora basta, non si può più andare avanti così”, aveva sbottato a caldo Duccio Carapelli sabato dopo l’aggressione nel suo supermercato di via Curtatone. Un sentimento comune nella città. Sul tavolo del comitato, probabilmente, anche l’inquioetante foto scattata da chi avrebbe seguito un gruppo di stranieri, fuggiti dopo il parapiglia, rifugiati in Fortezza. Li mostra con bastoni in mano. Ma si parla che di oggetti di ferro, corpi contundenti che sarebbero stati nascosti nel verde. Uno ha il volto protetto da una sciarpa, pronto al combattimento. I ragazzi senesi che li hanno seguiti hanno poi avvertito le forze dell’ordine, fuggendo perché si sono accorti di loro. Un comportamento rischioso, anche se l’obiettivo era quello di collaborare.

Gli operai del Comune ieri mattina sono andati subito a raccogliere rami e fogliame che erano rimasti all’interno dell’aiuola in Fortezza, dopo il taglio avvenuto venerdì, dove avevano nascosto i bastoni (e molto altro) gli stranieri fotografati. Così nessuno avrebbe potuto più occultare nulla. E all’ingresso c’era una macchina della polizia, intorno alle 14, che controllava chiunque entrasse. E se arrivavano pakistani o altri stranieri venivano identificati. La volante era proprio sotto il loggiato che porta all’anfiteatro.