Siena, 20 agosto 2023 – “Come può una città venerare due Madonne? Questo Palio non è dedicato alla Madonna Assunta in cielo?" Domanda formulata da una turista all’indomani del Palio di Agosto, in Piazza Provenzano, dove è accaduto qualcosa che non è passata inosservata. Due alfieri dell’Oca e un tamburino sono entrati nella Basilica di Provenzano per rendere omaggio alla Madonna, accompagnati dal Governatore Francesco Cillerai e dal Capitano Stefano Bernardini. Un Te deum per pochi intimi, ma di una spiritualità unica.
"L’Oca ha voluto ringraziare con una preghiera e con un canto, anche la Vergine di Provenzano, come tradizione comanda, perché siamo di Fontebranda!" Questa la risposta di un dirigente della Contrada, alla domanda non del tutto impertinente. La gente vuole capire e questo non può che far bene alla Festa, al Palio, a Siena, specialmente in questo momento dove si animano le polemiche legate al concetto di fenomeno turistico in contrapposizione al vero sentimento di un popolo. Un sentimento che diventa emotivamente una fede specialmente dopo aver vinto un Palio.
Si è parlato di stelle e di dediche particolari. In effetti gli Ocaioli, specie quelli con i capelli d’argento, hanno tutti una stella che brilla sul cielo di Fontebranda, a cui dare un nome, a cui rivolgere un pensiero. Stefano Mazza, ex alfiere di Piazza, che faceva coppia con Bruno Giubbilei, il barbaresco di Zio Frac, è uno di questi, recentemente ha perso il padre, venuto a mancare il 27 luglio scorso. Lallo, come tutti lo chiamavano, aveva da poco compiuto 90 anni. A maggio era morto suo fratello Francesco (93 anni), padre di Gianfranco, anch’egli tamburino, il cui figlio Carlo ha collezionato con questa vittoria il 2° Palio con il tamburo di Piazza. Tutto nel segno della tradizione più vera, quella che solo la gente di Siena sa tramandare nel corso dei secoli. Lallo è stato per 14 anni, assieme alla moglie Luciana, custode delle stanze della Contrada. E’ grazie anche a lui e a tutti gli economi che si sono avvicendati in questi anni, se negli armadi vengono conservate anche le vecchie monture, quelle degli anni ‘60 e ’70 che sono apparsi in buone condizioni; da qui la decisione di tirarli fuori dalla naftalina in occasione del Giro della Vittoria.
La Contrada non ha voluto deludere tutti quei giovani che volevano vestirsi (quasi 150 monturati!), cosicchè i vecchi costumi hanno rivisto la luce per un giorno, uno dei più lunghi dopo quello che ha immortalato la vittoria del baio scosso con la spennacchiera tricolore. Il nuovo con il vecchio, anche questo è il segreto di una tradizione che non tramonta mai e in cui Fontebranda ha sempre creduto.