Secondo appuntamento con la ‘Storia del soldato’ di Igor Stravinskij per la rassegna ‘Siena in Opera’, che arricchisce la stagione dei Teatri di Siena.
Una pièce per orchestra da camera, tre attori e danzatrice, che si ispira al teatro povero di inizio Novecento, in scena oggi (giovedì 14) alle 21 sul palco del Teatro dei Rozzi. Protagonisti di questa produzione sono Vincenzo Bocciarelli (direttore artistico dei Teatri di Siena), Enrico Costantini, Paola Benocci, anche regista, e Nicole Perfigli del Balletto di Siena diretto da Marco Batti. L’orchestra da camera è quella di Amat, con la direzione di Concetta Anastasi. La storia ha a che fare con il tema del desiderio. Richiama ovviamente le suggestioni del Faust di Goethe o de Il Maestro e Margherita di Bulgakov, ma in una reinterpretazione decisamente contemporanea. Tanto che l’oggetto magico, che nella storia originale era un libro, in questa produzione diventa uno smartphone.
"Ciò che rende questa storia moderna - spiega la regista Paola Benocci - è il tema dell’inganno e delle dipendenze. L’idea dello smartphone ci permette di parlare di temi come i social network, l’invadenza del web e il controllo sulle abitudini delle persone attraverso la tecnologia".
L’opera è stata proposta in forma laboratoriale all’interno del progetto ‘Regeneration Opera’ ad alcune scuole superiori della provincia, riflettendo con i ragazzi sul rapporto con il web, i social, sui rischi di questi strumenti e di come gli stessi possono essere invece usati in maniera sana. "La risposta che abbiamo ricevuto – conclude il regista – è stata sorprendente. E questa messa in scena fa tesoro anche delle riflessioni emerse insieme ai ragazzi". "Sono molto contento di avvicinarmi di nuovo a quest’opera – aggiunge Bocciarelli - che è una meravigliosa commistione tra parola e musica, una peculiarità del teatro che amo profondamente e che è una caratteristica anche di Amat, con cui ho il piacere di collaborare di nuovo come attore dopo il successo estivo di ‘Pierino e il lupo’. Sono entusiasta di lavorare con Paola Benocci, che ho ritrovato a Siena dopo tantissimi anni, con cui ho condiviso gli studi strehleriani. Questo rappresenta un cerchio che si chiude e si riapre verso nuove sfide".
R.B.