REDAZIONE SIENA

Caso David Rossi, Mussari: "Per me era un fratello. E' stato un suicidio? Non penso"

Davanti alla Commissione d'inchiesta sulla morte dell'ex capo comunicazione di Mps deceduto il 6 marzo 2013 dopo essere precipitato dalla finestra dell'ufficio

L’ex presidente di Banca Mps Giuseppe Mussari con David Rossi a Roma

Roma, 16 febbraio 2022 - "David Rossi era un fratello, un amico. Lo feci assumere perché nel suo lavoro era il più bravo di tutti". Lo ha detto l'avvocato Giuseppe Mussari, audito stamani dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di David Rossi (l'ex responsabile comunicazione di Banca Mps, deceduto  il 6 marzo 2013 dopo essere precipitato dalla finestra del suo ufficio a Siena) leggendo una lettera scritta da lui stesso alla vedova. «Non gli ho mai confidato nulla, ma se c'era bisogno di un amico, lui c'era», ha anche detto Mussari, che è stato presidente del Monte dei Paschi di Siena.

Alla domanda cruciale, ovvero se la morte di Rossi sia da classificare come suicidio, Mussari ha risposto: "Io non penso. C'era rapporto fraterno con David Rossi, e non intendo in senso massonico e su questo piano non si può rimanere indifferente a una moglie che si batte come Antonella (la vedova di Rossi, ndr) che continua a chiedere giustizia, chiarezza, un livello definitivo di consapevolezza. Io non posso che stare dalla loro parte pur ignorando le ragioni che li muovono. Ma ci sono per scelta ontologica, che prescinde dal dato formale e materiale, per essenza della mia natura in relazione al rapporto di amicizia che avevo con David. David mi avrebbe immaginato lì. Non posso stare da un'altra parte. Poi, quando avrò la forza e sarà il momento, con le carte, sarò felice di dare la mia opinione. Ma ora sto con loro», la vedova e la figlia".

"E' difficile esprimere in maniera breve la natura del rapporto che mi legava a David Rossi, ho amato David come un fratello, un rapporto tanto intenso quanto discreto. Quasi una prova di forza ad esprimere i propri sentimenti in maniera lineare".

Mussari ha parlato di un "clima terribile nei mesi precedenti alla morte di Rossi, per ogni cosa si era individuato un responsabile che ero io, prima che i processi si svolgessero, l'ipotesi di un'accusa diventa elemento unico di formazione della verità".

L'ex presidente di Mps ha continuato: "David Rossi avrà partecipato a un cda di Mps, quando avrà dovuto esporre le linee guida sulla comunicazione o a un nuovo spot della banca che sarebbe andato in onda, altrimenti non partecipava ai consigli di amministrazione della banca". 

Alla domande sulle informazioni cui aveva accesso Rossi, Mussari ha detto che "aveva le informazioni che doveva veicolare verso il pubblico", fuori dalla banca, come capo della comunicazione di Mps. All'obiezione che forse la presenza di Rossi ai cda non sarebbe stata verbalizzata, Mussari ha ribadito: "David Rossi non ha partecipato ai cda, perché io c'ero. Non è che non risulta dai verbali - ha rimarcato -: lui non c'era ai cda se non per questioni afferenti al suo settore", della comunicazione.

«Ritengo che David Rossi nulla sapesse delle operazioni Alexandria e Santorini, oggetto di indagine della procura di Siena - ha continuato Mussari -. Ritengo che nulla ne sapesse. Era già stato interrogato, non credo avesse cose di chissà quale significato, di chissà quale rilevanza da riferire. I suoi computer, i suoi strumenti elettronici, la sua posta, sono stati analizzati, da qui nulla è emerso nei fascicoli che mi riguardano, ma ritengo neanche in altri fascicoli altrimenti sarebbero inevitabilmente emersi".

"L'unico a cui davo del 'tu' in banca era David Rossi, ma solo perché lo conoscevo da prima" ha detto Mussari.

Riguard0 alla lettera che David Rossi avrebbe scritto alla moglie Antonella Tognazzi prima di morire, Mussari ha detto: «Non era il suo modo di esprimersi per il David Rossi che io conoscevo". Mussari ha sottolineato il carattere "riservato, schivo", "addirittura scostante" di Rossi anche dicendo: "Ci legava il silenzio, due parole sono troppe", "ma discutevamo sulle idee di fondo, sull'idea del bello, del giusto, su un elemento architettonico, su quale è la natura corretta di un messaggio promozionale. Questi erano i nostri elementi di discussione".

La Commissione ha chiesto a Mussari se Rossi fosse a conoscenza di festini di cui è stato parlato in varie ricostruzioni dei media. "David in un festino? Ma lei sta scherzando? Ritengo di no - ha detto Mussari -. Se avesse saputo di qualcosa anche men che lecito sarebbe andato in procura. Non era nella sua natura, aveva uno stile. Non ce lo vedo a mischiarsi, non lo vedo dentro una conversazione che aveva un oggetto di questo genere, di tipo boccaccesco" e comunque "date per scontato che io non so niente. Quando si sarebbero tenuti questi festini? Nel 2011, nel 2012? - chiede Mussari - Lo chiedo perché non lo so".