Siena, 1 novembre 2024 - Si è tenuta ieri sera a Siena la terza edizione della “Notte dei Santi” presso il Pala Orlandi-Costone. L’evento è stato promosso dal Servizio per la Pastorale Giovanile, il Servizio per la Pastorale dei Migranti, il Servizio per la cooperazione missionaria tra le Chiese ed il Servizio Caritas dell’Arcidiocesi di Siena – Colle di Val D’Elsa – Montalcino. Presenti oltre 150 persone. Si sono esibiti otto gruppi sul palco del Costone con diverse performance arrivati da tutto il territorio diocesano. Il tema scelto quest'anno è stata la "Santità". Tra loro da segnalare la band "8x1000" formata tutta da sacerdoti, suore e laici e la presenza alla tastiera del Cardinale Lojudice. La serata è stata animata dal Coro Don Bosco diretto da Emiliano D'Ambrosio e l'accoglienza anche dei più piccoli, invece, è stata curata dalle Scintille di Maria. A conclusione della manifestazione alle ore 23,30 il Cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena- Colle di Val D'Elsa- Montalcino ha presieduto la Santa Messa concelebrata da numerosi sacerdoti.
Nell'omelia il Cardinale ha voluto sottolineare cosa significhi oggi essere santi. "Non servono gesti eclatanti, ma una quotidiana attenzione al prossimo, a chi ci è vicino e magari si trova in difficoltà". "Essere santi oggi- ha aggiunto - significa anche essere portatori di pace di cui ha tanto bisogno il mondo". "Oggi siamo qui - ha sottolineato - alla vigilia della festa di Ognissanti non per essere contro qualcosa o qualcuno ma per dare testimonianza della bellezza di essere comunità e di pregare e cantare insieme". La ‘Notte dei Santi’ diocesana è tornata dunque con un talent organizzato fra i giovani di tutto il territorio che si sono esibiti al PalaOrlandi.
Ospiti d’eccezione sono stati gli ‘8X1000’, che si sono esibiti a margine del talent. "Il complesso è nato due anni fa dall’idea di alcuni sacerdoti che hanno creato una band, l’iniziativa poi è molto piaciuta e si sono aggregati in molti – ha spiegato don Enrico Ferraresi, parroco di Sant’Andrea a Montecchio e membro del gruppo –. Il nome ‘8x1000’ mi è venuto in mente perché da giovane amavo molto gli 883 e, una volta diventato prete, ho pensato che mi sarebbe piaciuto chiamare ‘8x1000’ un complesso di sacerdoti, in assonanza con il gruppo di Max Pezzali".La band è ancora alle prime armi, ma il progetto sta decollando rapidamente. "Per ora abbiamo fatto solo due uscite, perché siamo tutti molto impegnati. Suoniamo perché ci divertiamo, ma anche per lasciare un messaggio di fede – ha detto don Enrico –. All’inizio eravamo solo preti, poi abbiamo aperto alle suore e ora anche a dei laici che volevano unirsi al gruppo. Il numero dei componenti non è standard, dipende dalle varie disponibilità. Nel complesso abbiamo chitarre, tastiera, basso, un violino e molte voci".