
Tatiana Del Giovane con il marito Max Sirena che tiene la Prada Cup
Siena, 5 marzo 2021 - «Ho appena messo a letto Bianca, adesso possiamo parlare". Sono le 22 ad Auckland in Nuova Zelanda mentre in Italia inizia la giornata. Tatiana Del Giovane è partita a metà settembre con il marito, lo skipper della strepitosa Luna Rossa Max Sirena, e i due figli per inseguire un sogno: vincere la Coppa America. E portare in alto il nome dell’Italia, stremata dalla pandemia e dai problemi collegati al virus. "Tanti i messaggi ricevuti, scrivono che in questo momento difficile il successo nella Prada Cup ha rappresentato un piccolo sollievo morale", spiega Tatiana. Che è nata a Siena e dopo aver vissuto per un breve periodo a San Rocco, dove tuttora abita la madre, si è trasferita a Castellina Scalo. "Mi sono poi laureata in Scienze delle comunicazioni, sempre a Siena: nel 1999 la prima volta in Nuova Zelanda per una tesi su Luna rossa", racconta.
Dunque un destino già scritto. "Da allora siamo tornati 6-7 volte. Forse questa sarà l’ultima, speriamo di dare una gioia all’Italia. C’è una bella energia".
Attualmente in Nuova Zelanda siete in lockdown. "Scuole chiuse, negozi idem. Il team vive in una bolla, possiamo frequentarci e i bambini giocano insieme. Terminerà sabato. Finora la situazione era stata buonissima anche se al nostro arrivo abbiamo fatto 14 giorni di quarantena preventiva in un albergo. Ci portavano il cibo e potevamo camminare solo in un posteggio. La vita è iniziata realmente i primi di ottobre".
Riavvolgiamo il nastro: come ha conosciuto Max Sirena? "Finiti gli esami all’Università volevo andare in Brasile. Decisi di lavorare in estate in un bar al porto di Punta Ala per mettere insieme un po’ di denaro. Qui c’era la base del team Luna Rossa. Conobbi Patrizio Bertelli (ad di Prada, ndr ) che mi chiese di lavorare nell’hospitality in Nuova Zelanda. Non volevo partire all’inizio, mi chiedevo ‘ma dove vado!’. Viaggiare mi era sempre piaciuto però si trattava di una bella scelta. I treni però vanno presi quando passano e io ci salii. Quanto a Max lavorava lì come aiuto prodiere. Fu subito colpo di fulmine".
Cosa la attrasse di lui? "Il suo carattere introverso".
Per motivi di lavoro siete stati costretti a restare distanti a lungo. "Dopo Luna Rossa ho lavorato per Gucci, quindi per Prada a Milano. C’è stato un periodo in cui lui era in Nuova Zelanda e io a Londra. Otto mesi senza vedersi, se non su messenger. C’è sempre stata una grande intesa: siamo insieme da 20 anni".
Tatiana è imprenditrice, oltre che madre di Lorenzo, 12 anni, e di Bianca che ne ha 6. "Diciamo che è stato un po’ un gioco aprire nel 2013, insieme alla moglie di uno dei timonieri, un’attività che produce gioielli fatti anche con l’uncinetto, collanine con barche in argento. Un modo per mettere a frutto al creatività. Poi con mio marito abbiamo una società di servizi per la nautica".
E’ stata madrina dell’ultima Luna Rossa. "Un grande onore, ci aveva finora sempre pensato la signora Miuccia Prada. Ero emozionata, Max altrettanto. Preoccupato che fosse giusta l’altezza del trabattello. Ho trovato la posizione, la distanza con il braccio e la bottiglia si è rotta: battesimo riuscito".
E adesso, il 10 marzo, inizia la sfida con il team di New Zealand: come si sta preparando suo marito? "Freme. Ha voglia di regatare. Non è facile l’attesa , vedo che tutto il team desidera scendere in campo. Sarà così anche per gli avversari che non hanno dovuto fare la Prada Cup".
Dove guarderà la sfida? "Sul divano. Da quando Luna Rossa ha iniziato a vincere mi metto lì sorseggiando ginger beer. Con i bambini e alcune amiche, se vogliono vedere. Insomma, nell’intimità".
Cosa dice all’Italia e a Siena? "Di stare tutti vicini a Luna Rossa e spingerla con il cuore il più veloce possibile. All’inizio non si fidavano forse delle sue possibilità, ora siamo sommersi di affetto".