SIENA
Settembre, in normali condizioni, è il mese della ripartenza: si ritorna a scuola, riaprono gli uffici. L’emergenza sanitaria ha cambiato le carte in tavola e potrebbe cambiarle ulteriormente, ma ad oggi tutta la macchina amministrativa punta a un progressivo ritorno alla normalità. Lo smart working, o lavoro agile, esisteva già prima del Coronavirus, ma nel 2020 ha per forza di cose raggiunto i livelli più alti di diffusione. Con tutti i suoi pregi e difetti, è stato uno strumento imposto dalle circostanze, ma continuerà a essere presente ancora per molto tempo.
L’idea comune è tornare a una pseudo normalità con la convivenza di lavoro agile e in presenza. La deadline è il 15 settembre, dopodiché ci sarà un graduale aumento della presenza in ufficio dei dipendenti, che per qualche giorno alla settimana lavoreranno da casa. Da tutto questo sono escluse le persone fragili. Per loro non ci sono dubbi: solo smart working.
In Comune la giunta ha adottato un disciplinare che prevede il rientro in ufficio e quattro giorni al mese di lavoro da casa. "Superata la fase di emergenza, durante la quale lo smart working è stato adottato per il 90% dei dipendenti, ora abbiamo approvato questo disciplinare. Se da una parte non vogliamo abbandonare questo strumento, dall’altra è giusto regolamentarlo". Così il vicesindaco Andrea Corsi riassume una linea comune a molte realtà di pubblico impiego.
Camera di commercio: il segretario generale Marco Randellini spiega: "A partire dalla seconda metà di settembre ripartirà la gestione degli uffici, riducendo gli appuntamenti a giorni precisi della settimana, riaprendo gli sportelli che comunque, in questi mesi, hanno continuato a garantire determinati servizi in via telematica e in remoto. Dal 15 metteremo a regime l’obbligo di minimo tre giorni di presenza, che equivale a quel 50% previsto dal decreto. Abbiamo adottato un protocollo per la sicurezza per dipendenti e fornitori. A fine anno poi – conclude Randellini – elaboreremo un piano di telelavoro per il prossimo anno per garantire fino al 60% la possibilità di smart working".
Università degli studi: turnazione e alternanza ufficio-casa per la parte amministrativa. "Alcuni servizi saranno di presenza, per consentire la riapertura di aule e biblioteche, oltre a chi è coinvolto nella ricerca – dice il direttore generale Emanuele Fidora –. Per tutti gli altri, uffici amministrativi, servizi di supporto, segreterie, amministrazione centrale, ufficio personale etc., ci sarà un graduale ritorno in sede fino a un minimo del 50% previsto dall’ultimo decreto".
L’Università degli stranieri, osserva il rettore Pietro Cataldi, "salvo novità e imprevisti punta al rientro completo con una piccola parte di smart working. Per fortuna abbiamo molti uffici con postazioni singole, negli altri casi gli spazi sono comunque abbastanza grandi da garantire distanziamento tra una scrivania e l’altra. Laddove questo non sarà possibile si procederà con i turni. Questa è per noi la fase 3 e la parola d’ordine sarà: nessun contagio". Una speranza e un obiettivo comuni.
Teresa Scarcella