Soddisfazione che sfocia anche nell’aperto entusiasmo, attenzione per le possibili ricadute sul territorio e per i dipendenti. Le reazioni del mondo politico-istituzionale all’annuncio dell’operazione Banca Mps oscillano tra questi due poli, in attesa forse anche di capire l’evolversi degli eventi nei prossimi giorni.
"Siena è sempre stata identificata con Banca Mps – ha detto il sindaco Nicoletta Fabio –. Non entro nelle questioni tecniche, ma sottolineo che il lavoro dei vertici Mps resta attento al forte legame che la Banca ha con la città e la sua storia; dopo anni in cui abbiamo assistito a mosse di altri che l’istituto bancario senese sembrava dovesse subire, la vediamo ora protagonista di un’iniziativa che non può che certificarne la buona salute". Dal palazzo della Provincia, la presidente Agnese Carletti osserva che "ogni operazione dovrà continuare a svolgersi nel pieno rispetto del radicamento sul territorio, della tutela dei dipendenti, della salvaguardia del marchio e dell’identità di Mps".
Una lettura che si accompagna all’auspicio che la banca "possa ricoprire un ruolo da protagonista dopo il processo di ristrutturazione e risanamento avvenuto nel 2022 con il Governo Draghi e l’avvio di una nuova fase".
Se si parla di Governo, Francesco Michelotti, deputato e vice coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, punta piuttosto sul ruolo di quello attuale. "L’esecutivo Meloni ha creato le condizioni – afferma – per arrivare a questo risultato. La parola ’spezzatino’ associata alla banca è un ricordo". E, al contrario, "salutiamo con favore un’operazione che non si fonda su logiche speculativo finanziarie, ma ha un carattere industriale, dato dall’aggregazione e dall’integrazione di servizi tra due poli che garantiscono diversificazione", aggiunge Michelotti.
Dal fronte del centrosinistra, un plauso arriva da Anna Paris, consigliera regionale Pd: "Farò il tifo perché l’operazione vada in porto, l’augurio è che il mondo finanziario accolga positivamente questa operazione, in quanto gli impatti economici e sociali su Siena sarebbero solo positivi". E anche Stefano Scaramelli, vice presidente del Consiglio regionale e capogruppo di Italia Viva, osserva: "Il Monte è tornato a fare il Monte. La forza e il coraggio mostrati quando per primo proposi ai vecchi azionisti, compresa la Fondazione Mps, di partecipare all ultimo aumento di capitale, ha prodotto i suoi effetti. Il salvataggio prima, il consolidamento poi e la crescita oggi sono merito anche del management attuale che ha dimostrato tutto il suo valore. Da rappresentante istituzionale del territorio senese non posso che esprimere apprezzamento. Una operazione che se andrà in porto consoliderà Mps a livello nazionale".
Lapidario Claudio Borghi, senatore leghista, che sui social afferma: "Direi che la cosa va seguita con interesse e non solo per Siena, per tutta l’Italia...". Un quadro composito nel quale per ora spiccano appunto le voci favorevoli all’operazione, nell’ottica di una riacquisita centralità di Rocca Salimbeni nel panorama bancario nazionale, e le sottolineature dell’importanza del legame con il territorio e con la storia della banca, che avrebbe anche il valore di una tutela dei livelli occupazionali. Tutte questioni che da anni, da dopo la crisi seguita all’incauto acquisto di Antonveneta, sono state al centro del dibattito cittadino e non solo.