Spaccio in una casa della Val d’Arbia, la sentenza del collegio presieduto da Fabio Frangini ieri ha spiazzato tutti. Il pm Valentina Magnini aveva chiesto la condanna per padre e figlio, rispettivamente a 14 anni per il primo – che deve scontare una pena di 26 per altri reati ed è ora ai domiciliari – e sei anni per il secondo. E’ stata riconosciuta l’ipotesi più lieve dai giudici per cui il padre ha avuto 2 anni e mezzo, il figlio un anno, pena sospesa. Entrambi erano difesi dall’avvocato Jacopo Meini. Tutti gli altri imputati nel processo, che si concentrava su fatti accaduti fra il 2010 e il 2017, sono stati assolti. Erano difesi, oltre che da Meini, anche da Nicola Pezone e da Sandro Sicilia.
L’uomo era accusato di essere al centro di un giro di spaccio in Val d’Arbia, portato avanti nella sua proprietà. Così avevano raccontato i clienti individuati dalla squadra mobile, alcuni nomi conosciutissimi a Siena. Uno di loro aveva testimoniato di recarsi nell’abitazione per la cocaina che gli costava circa 100 euro al grammo. A volte l’uomo faceva trovare la dose già pronta, altre invece spariva dietro un paravento, la pesava e gliela consegnava. Stupefacente che veniva custodito in un capanno .
Qui c’era il sacchetto con la roba bianca che veniva smerciata. Attività che avrebbe svolto anche davanti ai figli allora piccoli.