Rino lo spazzacamino. Sembra il titolo di una filastrocca di Gianni Rodari. Invece è il nome della ditta di Rino Coppolaro, 64 anni, di Lupompesi, borgo di origine etrusca già magico di suo. Rino non poteva che vivere qui, tra queste pietre nella campagna di Murlo scampate alla contemporaneità dove in ogni angolo si sente il profumo del tempo. Anche lo spazzacamino è un mestiere scampato alla contemporaneità e (almeno per ora) anche all’intelligenza artificiale. "Un po’ è vero - racconta Rino - sono consapevole di fare un mestiere antico, di un’altra epoca. Ma forse è anche questo che mi piace del mio lavoro. Fermo restando tuttavia che la tecnologia mi dà una mano e che senza una adeguata e anche sofisticata strumentazione questo mestiere non potrei farlo. La gente è affezionata all’immagine dello spazzacamino con la scopa e le mani e la faccia annerite dal fumo, ma oggi le cose sono un po’ cambiate. La poesia di questo mestiere però resta".
Rino faceva il muratore, aveva una ditta e dei dipendenti. Un giorno ha mollato tutto per fare lo spazzacamino. Ma la simpatia dello spazzacamino di Mary Poppins e il fascino di quel film che ha spruzzato incanto sull’infanzia di tante generazioni, non c’entrano. "E’ un film che ho visto anche io da ragazzino e mi era piaciuto tantissimo. Ma ciò che mi ha spinto a buttarmi in questa avventura sono stati i discorsi che sentivo continuamente al bar o per la strada da parte di persone che non riuscivano a trovare nessuno per pulire il camino o la canna fumaria. Ho capito che il settore offriva ottime opportunità. Sono 12 anni ormai che faccio questo mestiere e se tornassi indietro lo rifarei. Lo consiglio ai giovani che non hanno un lavoro".
Rino sale sul tetto, inforca i ferri del mestiere, e spazza via la polvere e le incrostazioni dai camini e dalle canne fumarie delle case, dei ristoranti, delle rosticcerie. Ma prima di andarsene ci tiene a lasciare un buon ricordo di sé nei clienti. "Mi piace scambiare due chiacchiere con loro. Stare a contatto con la gente è stupendo. Purtroppo si incontrano sempre più spesso famiglie povere e che non possono pagare. Quando accade, amen. Vorrà dire che avrò fatto una cosa misericordiosa, un’opera di bene. L’essenziale è la salute, quaranta o cinquanta euro non mi cambiano la vita. A volte mi hanno pagato con una bottiglia di vino. Va bene lo stesso".
Congedandomi da Rino, dopo aver ascoltato le sue parole, così propense a portarti nei dintorni delle favole e di un mondo più umano, mi verrebbe quasi voglia di scrivere che lui i camini li pulisce volentieri perché devono passarci la Befana e Babbo Natale. Ma mi prenderebbero per matto.