Siena, 20 gennaio 2023 - «Il suo pallino era che avesse altri uomini". "La mania di pretendere di controllare e di gestire ogni aspetto della donna". "Stai a casa, i soldi te li do io, le diceva. Le donne non lavorano" "Non la massacrava di botte, anche se ci sono state aggressioni fisiche. La ’cifra’ dell’imputato è controllo-possesso-denigrazione-minacce". Con queste frasi il pm Serena Menicucci ha tratteggiato una brutta vicenda di maltrattamenti nei confronti della ex e di stalking verso l’uomo con cui la giovane valdelsana aveva intessuto una relazione, finita la storia con l’imputato. Che ha trasformato la vita dei due in un "incubo", questo il termine usato dall’accusa. Che ha chiesto la condanna a 4 anni e sei mesi per l’uomo, che vive in Valdelsa. Il verdetto del collegio presieduto da Simone Spina è stato 5 anni e mezzo, disponendo una provvisionale di 15 mila euro per la donna, parte civile attraverso l’avvocato Stefano Cipriani. Il difensore dell’imputato, Carmine D’Agostino, aveva fatto anche appello alla legge Cartabia chiedendo, in caso di eventuale condanna, una sanzione sostitutiva come i lavori di pubblica utilità ma non è stata concessa.
«Il 14 ottobre 2021 ho contato i messaggi che le ha inviato nella giornata: quasi 300. E dalle 6.03 alle 6.42 erano 121 in 39 minuti. ’Ti piace lavorare con ansia’, le chiedeva fra l’altro", osserva l’avvocato Cipriani che sottolinea: "Siamo abituati a celebrare questo tipo di processi. Difficilmente però ho trovato questa forma di spavalderia anche in ambito di esame. Quasi fosse opportuno manifestare l’atteggiamento che spazia dalla superiorità di genere al ritenere quasi legittimo disporre della libertà di chi ti è legato sentimentalmente". L’assedio del campano residente a Poggibonsi era finito quando ci fu una misura cautelare: tuttora ha il divieto di avvicinarsi all’ex e di dimora a Certaldo, paese dove viveva fino al 2021 il giovane che aveva una relazione con la donna e a cui ha fatto stalking. "Minacce di morte, appostamenti sotto casa e visite sul posto di lavoro. Lo aveva anche inseguito in auto ma era riuscito a seminarlo. Ha cambiato casa all’inizio, andando da un amico a Firenze, – spiega il pm – e adesso ha lasciato definitivamente Certaldo ma non ha voluto dire dove si trova. ’Paura ce l’ho tuttora’, ha riferito in aula dov’è arrivato con la macchina di un conoscente perché l’imputato conosceva la sua". A raccogliere la disperazione della donna era stata la polizia cui aveva raccontato che cosa era accaduto quando aveva detto basta a quel rapporto malato.