di Laura Valdesi
SIENA
Una beffa. Nel giorno in cui in ogni angolo d’Italia si dice ’no’ alla violenza sulle donne, il 25 novembre, la polizia ha bussato alla sua porta per accompagnarlo in carcere. Il gip aveva accolto infatti la richiesta del pm Serena Menicucci e la Squadra mobile ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare. Il 28enne, che vive in Valdelsa sebbene la vicenda che lo vede protagonista si sia svolta anche nella cintura periferica di Siena, è accusato di stalking nei confronti della ormai ex compagna, di un anno più giovane. E deve rispondere anche della presunta violazione di domicilio, aggravata dall’aver commesso il fatto con violenza sulle cose.
L’episodio che aveva fatto traboccare il vaso e prendere un bello spavento alla giovane era avvenuto nell’ottobre scorso. Aveva puntato dritto a casa della donna. Al suo rifiuto di aprire il portone però, per tutta risposta, lo aveva sfondato. Non si era fermato a questo gesto, accecato dalla rabbia di quel ’no’. Lei si era barricata in altre stanze, lui aveva divelto anche le porte interne. Così, dopo qualche giorno, la giovane ha raccolto tutto il coraggio possibile rivolgendosi alla questura di Siena, recandosi negli uffici di via del Castoro. E raccontando cosa le era accaduto ma anche il vissuto dei mesi precedenti.
Per oltre un anno, infatti, secondo quanto ricostruito dalla squadra mobile, dall’aprile 2023 fino all’ottobre scorso, l’aveva stalkerizzata. Le indagini hanno consentito di ricostruire ogni episodio della relazione tormentata. Anche quando stavano insieme, infatti, il 28enne era particolarmente possessivo. Voleva conoscere le sue mosse, gli spostamenti. Con chi parlava. La tempestava di messaggi e di chiamate quando non erano insieme. Di più. Aveva fatto improvvisate anche sul posto di lavoro, creando non poco imbarazzo. E in altri luoghi che frequentava. La minacciava, se non rispondeva subito ai messaggi.
E quando aveva osato interrompere per alcuni periodi la relazione, sentendosi soffocata, era stato peggio. L’uomo era diventato più opprimente. Arrivando ad appostarsi per controllare i movimenti della ex, pedinandola in macchina per spiare le frequentazioni. Un’odissea. Fino a quando aveva perso la testa, nel giugno scorso. Per via di un litigio si era sfogato con macchina della donna, scardinando gli sportelli, tagliando gli pneumatici e rovinandole larga parte della carrozzeria. Senza poi interrompere le telefonate, come gli appostamenti sotto l’abitazione. Componeva il suo numero anche 60 volte al giorno. Impossibile vivere e lavorare in quel modo. La porta sfondata, come detto ad ottobre, aveva spinto la donna in questura. E il 25 novembre scorso ha portato l’uomo, originario dell’Est ma da una vita in Italia, verso il carcere.